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Immagine del redattoreAlice Iannone

XXXI anniversario della strage di Capaci

La strage di Capaci fu un attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra nel 23 maggio del 1992 sul territorio di Capaci (Sicilia) per uccidere il magistrato Giovanni Falcone. Gli attentatori fecero esplodere un tratto dell'autostrada A29, alle ore 17.57 con una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d'ammonio con una potenza pari a 500kg di tritolo. L'intento era quello di "mettere a tacere" l'uomo perché aveva intuito che "seguire il flusso di denaro è il modo migliore con cui raccogliere prove incontrovertibili delle attività illecite delle associazioni mafiose" (da qui l'omonimo metodo). Con il suo lavoro evidenziò che la sua Regione era terra di mafia, cosa che veniva completamente sottovalutata. Falcone era odiato poiché "in un modo o nell'altro" riuscì ad identificare coloro che facevano parte di clan mafiosi e che terrorizzavano le zone limitrofe.


Gli interventi di contrasto, da parte dello Stato italiano si sono fatti più decisi a partire dagli anni ottanta del XX secolo, attraverso le indagini del cosiddetto "pool antimafia" creato dal giudice Rocco Chinnici e in seguito diretto da Antonino Caponnetto. Facevano parte del pool anche i magistrati Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Questi grandi uomini, hanno perso la vita per portare avanti una lotta che ognuno di noi dovrebbe fare propria. Perciò ogni anno viene ricordato l'attentato. Oggi, per sensibilizzare ancora una volta i ragazzi, in quanto futuro del nostro Paese, nel Liceo Statale Francesco De Sanctis di Salerno si è svolta una manifestazione nella quale, due carabinieri della DIA (la Direzione Investigativa Antimafia è un organismo investigativo con competenza monofunzionale, composta da personale specializzato a provenienza interforze, con il compito esclusivo di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità) hanno tenuto un discorso sull'importanza della legalità non solo legata all'ambiente. Una frase che ha colpito molto è stata:

"La legalità e la giustizia non sono la stessa cosa".

Sembrerà scontato, ma spesso questi due termini vengono confusi. Il carabiniere ha fatto un esempio per esprimere al meglio la differenza che intercorre tra i due termini: "Le leggi razziali era legali ma ingiuste"; sebbene inique, erano state approvate dallo Stato, perciò dobbiamo fare attenzione a cosa votiamo.

La manifestazione svoltasi al Liceo De Sanctis ha fatto riflettere i ragazzi, che hanno avuto modo di capire l'importanza che rivestono nel nostro (e soprattutto nel loro) futuro. Per celebrare simbolicamente questo giorno è stato piantato "l'albero di Falcone" che da sempre è simbolo di legalità contro la mafia. Infine, la giornata si è conclusa con un discorso da parte della Dirigente della scuola, la dott.ssa Cinzia Lucia Guida.

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