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  • Immagine del redattoreFederica D'Alessio

La storia di Sophie Scholl

Sophie Magdalena Scholl nacque il 9 maggio 1921 a Forchtenberg in Germania. Fino al 1930 rimase nella città natale, successivamente si trasferì a Ludwigsburge e due anni dopo a Ulm. La madre era stata diaconessa, invece suo padre, Robert Scholl, era un liberale cattolico. Dunque, sin dalla nascita le furono insegnati i principi della chiesa luterana. Nel 1933 venne iscritta alla gioventù hitleriana ed inizialmente si interessò particolarmente alla propaganda nazista, ma, con il passare dei giorni e varie riflessioni sul regime, Sophie cambiò idea e iniziò ad avvicinarsi a un gruppo giovanile vietato dal regime nazista di quel periodo. "Die Weisse Rose" era il nome del suo nuovo gruppo fondato da Eberhard Köbel. Con il passare degli anni, Sophie iniziò ad interessarsi sempre di più all'insegnamento evangelico, avvicinandosi alla chiesa cattolica.

Nel 1940 Sophie, dopo l'arresto del fratello, iniziò a lavorare come maestra d'asilo. Quando fu rilasciato, i due giovani si avvicinarono agli intellettuali cattolici anti-nazisti che si incontravano all'Università Ludwing Maximilian e studiavano un metodo per poter diffondere la loro opposizione al regime nazista e convincere il popolo a ribellarsi. In quel periodo, il padre di Sophie venne arrestato per aver criticato pubblicamente la politica di Adolf Hitler. Tra giugno e luglio 1942 tutti gli studenti universitari a Monaco, soprannominati "I giovani de La Rosa Bianca", distribuirono dei volantini contro il nazismo incitando il popolo tedesco a liberarsi dall'oppressione del Fürher. Il 18 febbraio 1943, mentre distribuiva alcuni volantini all'Università di Monaco, fu scoperta e fatta arrestare insieme al fratello Hans.

Robert Mohr, l'uomo della Gestapo che la interrogò dopo l'arresto, le chiese:


"... non si sente colpevole di aver diffuso e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?"

Lei rispose:


"No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!"

Sophie e suo fratello Hans furono decapitati con Christoph Probst il 22 febbraio 1943. Due mesi dopo la stessa sorte toccò anche ad Alexander Schmorell, Willi Graf e Kurt Huber.

"Non mi importa di morire se le
nostre azioni saranno servite
a scuotere e risvegliare
le coscienze degli uomini"
Sophie Scholl


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