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Un viaggio in bilico tra vita e morte

Aggiornamento: 17 ago 2023

di Michela Caiazzo e Stefano Malfeo


Odisseo, Re di Itaca, in seguito alla guerra di Troia, nel 1250 a.C., si dirige con la sua flotta verso casa. Affronta numerose sfide a causa dell'ira del Dio Poseidone, padre del ciclope Polifemo e protettore dei mari. Al suo ritorno ad Itaca abbiamo ritenuto fondamentale intervistare l'eroe che, per 20 anni, è vissuto lontano dalla propria patria, conoscendo nuovi popoli e lottando per sfuggire a Thanatos. Dopo la sua prigionia sull'Isola di Eea, abitata dalla maga Circe, affronta una nuova prova: scendere nell'Ade, ora meglio conosciuto come "Inferno". Infatti, recatosi ai confini dell'Oceano profondo, grazie ai consigli di Circe riesce a varcare la soglia per gli Inferi.




Ci racconta del suo doloroso arrivo nella terra dei morti e di come è arrivato a conoscere il proprio destino grazie all'indovino Tiresia: "La sue parole sono state una vera rivelazione per me".

Inizia così il suo racconto l'astuto eroe: "Aveva predetto che il mio viaggio sarebbe terminato approdando sulle sponde della mia amata Itaca, ma che il mio amore per la navigazione e la conoscenza saranno più forti di qualsiasi altra cosa".

Afferma, inoltre, che il vate non è stato l'unico con cui è riuscito a interloquire. A lasciarlo attonito, dopo di lui, è Agamennone, definito in vita come il "re dei re". Gli rivela infatti i meandri della sua prematura morte:

"E' stata sua moglie Clitemnestra ad assassinarlo, per vendicare il sacrificato di sua figlia Ifigemia".

Ma gli incontri non finiscono qui: "Ho visto Achille. Ha ammesso di essere stato sciocco nel corso della sua vita, desiderando la gloria, e si è pentito delle proprie azioni".

Quasi con le lacrime agli occhi ci narra dell'inaspettato incontro con sua madre Anticlea. Infatti, è solo in quel momento che si rende conto di essere stato per un lungo tempo lontano dai suoi cari. Vano il tentativo di stringere tra le sue braccia la madre che "come polvere svanisce".

Così continua a raccontare la sua storia, conosciuta ormai da tutti e che, nonostante la lontananza dalla nostra quotidianità, può essere un grande insegnamento per tutti noi. Come Achille possiamo imparare dai nostri errori e come Ulisse, protagonista di questo articolo, possiamo capire l'importanza della compagnia di qualcuno.



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