Simona Michelangeli: una storia da raccontare
Aggiornamento: 29 nov 2022
di Noemi Grimaldi e Ludovica Mecca
Il 25 novembre di ogni anno si celebra la "Giornata contro la violenza sulle donne"; istituita il 17 dicembre 1999 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il giorno non è stato scelto per puro caso, infatti ricorda l'assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne femministe, che furono torturate nel 1960.
Dal 2009 il simbolo sono le scarpe rosse; nato da un'idea geniale di una ragazza messicana, Elina Chauvet, che decise di creare un'installazione usando delle semplici scarpe rosse o dipinte di rosso, posizionandole per le strade, per dire stop a qualunque violenza. Il colore rosso rappresenta l'amore, che poi può trasformarsi in male e successivamente in violenza, per questo motivo è stato scelto. Un altro simbolo è la panchina rossa, ideata da Tina Magenta, per simboleggiare il rifiuto della violenza contro le donne. In Italia, viene uccisa una donna ogni 72 ore dal suo ex, compagno o marito.
"Il mostro non dorme sotto al letto. Il mostro può dormire vicino a te" Anonimo
Purtroppo, però, le donne che vengono uccise vengono viste come un numero da aggiungere agli altri casi. Non ci rendiamo conto che in realtà queste donne avevano una vita, una loro storia, dei familiari, degli amici e un amore fatale. Proprio per questo che oggi, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, parleremo di Simona Michelangeli. Simona Michelangeli era una donna di 41 anni, viveva a Roma, precisamente nella zona del Ponte di Ferro, con il suo compagno di 42 anni e i due figli frutto di matrimoni precedenti. Quel che poteva sembrare una convivenza d'amore, che andava oltre tutto, in realtà nascondeva delle atrocità; infatti la donna veniva maltrattata frequentemente. La coppia era in crisi da tempo, liti frequenti, come affermano anche i condomini. Il compagno, di mestiere fattorino, era solito fare uso di sostanze stupefacenti, cosa che aveva reso la relazione ancor più tossica di quanto già fosse. La donna, l'anno scorso, era stata accompagnata dall'ex marito per sporgere denuncia nei confronti del compagno, ma aveva deciso poco dopo di ritirarla. L'ex marito non era il solo a notare quanto accadeva e a voler mettere fine a questo amore tossico, anche i genitori di lei lo desideravano e avevano cercato di farlo, ma, purtroppo, la donna aveva cominciato a drogarsi.
La donna il 18 gennaio 2022 è stata trovata morta nel suo appartamento. Ricostruiamo l'accaduto. Il 18 gennaio il compagno chiama il 118 chiedendo aiuto per la sua compagna in preda ad una crisi respiratoria. L'ambulanza, però, appena arrivata sul posto, non può fare altro che constarne il decesso. Nonostante la dichiarazione nella telefonata, i medici notano dei lividi ed evidenti segni di percosse. Non si può fare altro che chiamare la polizia. Come spiegano gli investigatori, era necessario fare degli approfondimenti immediati. Così, con le opportune analisi e ricostruzioni, si decreta cos'è successo quel giorno a Simona Michelangeli. Dopo le tanti aggressioni, l'uomo chiama i soccorsi, si scopre che Simona è stata picchiata anche poco prima dell'arrivo dei soccorsi, forse quelle percosse in più hanno portato alla morte della donna. Il compagno viene arrestato il 26 gennaio di quest'anno. L'uomo non avrebbe negato i maltrattamenti, ma caduto in contraddizioni.
"La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata." William Shakespeare
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