Si rischia tutto per la libertà
"Donna, vita, libertà"
In Iran, come in altri paesi nel mondo, ancora oggi molte persone rischiano anche di morire pur di ottenere la libertà, che non è un qualcosa di scontato come da noi. La libertà viene negata in Iran soprattutto alle donne, che da anni cercano di affermarsi in una società corrotta che le reputa inferiori. Di recente stanno avvenendo molte proteste contro l'obbligo dell'hijab, un particolare capo di abbigliamento femminile chiamato più comunemente velo islamico. Il capo della magistratura ha detto che i manifestanti condannati a morte saranno presto giustiziati. Il regime ha intensificato le pattuglie della "polizia morale", in particolare nelle città religiose per verificare che le donne indossino l'hijab.
Un'atleta iraniana, Fasiheh Radmanesh, durante una competizione di box ad Antalya, in Thailandia, è salita sul podio indossando l'hijab obbligatorio, ma mostrando sul volto lo slogan delle proteste 'Donna, vita, libertà". Con queste tre parole disegnate sulla faccia ha dichiarato di voler dedicare il suo terzo posto nella competizione al “popolo iraniano amante della libertà”. Le sue parole sono diventate subito virali. Altri atleti nei giorni scorsi hanno dimostrato solidarietà verso le proteste, ma molti sono stati minacciati o costretti a ritrattare. Ad esempio ad un'arrampicatrice iraniana è stata distrutta la casa perché lo scorso autunno ha gareggiato in Corea del sud ai Campionati asiatici di arrampicata sportiva senza il velo.
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