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Si può ancora rischiare la vita per la libertà? Saman lo ha fatto

Saman Abbas, di origini pachistane, aveva solamente diciotto anni quando il 30 aprile 2021, per inseguire la sua libertà, ha pagato un prezzo molto alto: è stata uccisa dai suoi familiari. In Pakistan è possibile il matrimonio combinato ossia un matrimonio dove spesso sono i genitori a scegliere la futura sposa o il futuro sposo andando anche contro la volontà dei propri figli. Questa storia straziante ha inizio nell'autunno 2020 quando i genitori della ragazza avevano deciso e organizzato, per il dicembre successivo, un matrimonio con il cugino. Saman, ancora minorenne, tenta la fuga in Belgio ma viene bloccata dalle forze dell'ordine e accolta in una struttura protetta, mentre i genitori vengono denunciati per maltrattamenti e induzione al matrimonio. Tornata a casa dalla sera del 30 aprile non

si hanno più sue notizie, così Saqib Ayud, il suo ragazzo, il giorno successivo denuncia la sua scomparsa ai carabinieri. Dopo qualche giorno si conferma l'ipotesi di omicidio da parte dei familiari. Non si hanno notizie di Saman per più di un anno fino a quando il 18 Novembre 2022 a Novellara viene trovato un corpo in un casolare poco distante dalla casa Abbas. Non potevamo avere certezze che il corpo fosse di Saman prima di avere i risultati dei test di DNA, ma una piccola lesione ad un dente ha confermato l'identificazione del corpo della ragazza. I RIS hanno evidenziato che il collo della ragazza era spezzato, ma solo degli esami istologici avrebbero potuto stabilire se la frattura fosse avvenuta prima o dopo il decesso. La lesione sulla parte anteriore del collo confermerebbe le accuse di strangolamento da parte dello zio che, insieme ai cugini di Saman, si trova in carcere in Italia, mentre il padre è in Pakistan in attesa di estradizione. Continuano le ricerche della madre, unica latitante. Anche Giorgia Meloni è intervenuta su Twitter sull'accaduto: “Purtroppo non ci sono più dubbi, Saman Abbas è stata uccisa. Il corpo ritrovato a Novellara appartiene alla 18enne pachistana. A febbraio inizierà il processo che vedrà imputati i suoi familiari: sia fatta giustizia per una giovane innocente che voleva solo vivere la sua libertà”. I familiari della giovane vittima risponderanno delle accuse di sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere.


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