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Immagine del redattoreGiulia Munno

Sanremo 2024: Ghali riaccende il dibattito su Israele e Gaza

L’edizione meno controversa del Festival di Sanremo si è conclusa con un importante strascico politico che ha riaperto la ferita sul conflitto tra Israele e Palestina. Durante la serata finale, il cantante italiano di origini tunisine Ghali ha lanciato lo slogan “Stop al genocidio”, simulando che gli fosse stato suggerito dal suo fedele amico alieno, Rich Ciolino. Questo gesto ha suscitato una reazione da parte dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che ha dichiarato: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato utilizzato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.

La canzone di Ghali, intitolata “Casa mia”, affronta tematiche legate alle guerre e ai confini. Una delle strofe della canzone recita: Come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie, bombardate un ospedale”. Queste parole hanno suscitato critiche da parte della comunità ebraica, poiché sembravano rifar riferimento a Gaza. Il cantante si è sempre difeso affermando che la canzone era stata composta prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Tuttavia, l’ambasciatore israeliano ha ricordato che nella strage del 7 ottobre oltre 360 giovani sono stati trucidati e violentati durante il Nova Music Festival, altri 40 di loro sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi. L’ambasciatore ha sottolineato che il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere solidarietà nei confronti delle vittime, ma purtroppo ciò non è avvenuto.

La controversia legata alle dichiarazioni di Ghali durante il Festival di Sanremo ha suscitato reazioni contrastanti. Il cantante ha difeso la sua denuncia sui morti civili nell’offensiva sulla Striscia di Gaza, affermando che il palco del festival era il luogo appropriato per esprimere il suo punto di vista. Ha sottolineato che, come musicista, ha sempre affrontato tematiche importanti e che stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono di dover sacrificare qualcosa per sostenere la pace.

Tuttavia, l’ambasciatore di Israele in Italia ha risposto definendo “vergognoso” l’utilizzo del palco di Sanremo per diffondere “odio e provocazioni”. Ha ricordato la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas e la strage dei bambini, donne e uomini avvenuta il 7 ottobre.

La politica italiana si è divisa sull’uso della parola “genocidio”. Mentre alcuni hanno lodato Ghali per il suo coraggio e verità, altri hanno criticato le sue parole come inopportune e menzognere. Il senatore Maurizio Gasparri ha auspicato che la Rai si scusi con le autorità di Israele e tenga conto delle giuste proteste dell’ambasciatore. In ogni caso, la discussione evidenzia quanto sia complesso affrontare temi sensibili come il conflitto tra Israele e Gaza in un contesto pubblico come il Festival di Sanremo.


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