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Immagine del redattoreFederica D'Alessio

Riaperto il caso di Emanuela Orlandi


Dopo pochi giorni dalla morte di Papa Benedetto XVI, è stato riaperto il caso di Emanuela Orlandi, una cittadina del Vaticano scomparsa il 22 giugno del 1983 mentre faceva ritorno a casa.

La sua famiglia subito si allarma e denuncia la sua scomparsa, ma della ragazza nessuna traccia. Nei giorni successivi varie chiamate anonime arrivano alla sua famiglia: alcuni dichiarano di averla vista, altri di averla con sé. Arriva anche una chiamata anonima di un uomo con un accento anglosassone che sostiene addirittura di essere il rapitore della ragazza e comunica alla famiglia che avrebbe liberato Emanuela solo se fosse stato rilasciato Mehmet Ali Ağca, il terrorista turco autore del tentato omicidio del Papa Giovanni Paolo II. Nonostante le ricerche la ragazza non viene ritrovata. Dopo 22 anni dalla sua scomparsa, al noto programma "Chi l'ha visto" arriva una telefonata anonima che invita ad andare a guardare chi fosse sepolto in una tomba presente nella basilica di Sant'Apollinare. Si scopre così che lì è sepolto un boss della banda della Magliana, Renatino De Pedis. Dopo alcuni giorni si fa avanti l'ex amante di Renatino e racconta una storia inquietante: era stato proprio De Pedis a rapire la ragazza per ricattare il Vaticano. Nel 2018 una nuova lettera anonima invita gli inquirenti a "guardare là dove indica l'angelo" nel cimitero del Vaticano, ma in quelle due tombe che la statua di un angelo indica non c'è alcun corpo. Tutte le piste portano al Vaticano, ma questo non spiega il rapimento di Emanuela. Si spera che la riapertura delle indagini possa finalmente permettere di arrivare alla verità.





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