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Primo manifestante impiccato a Teheran, altri trenta nel braccio della morte

Aggiornamento: 4 gen 2023

Impiccato. Questa parola, che per noi può rappresentare il famoso gioco di parole, ora come non mai è protagonista indiscussa delle testate giornalistiche di questi giorni. Il governo iraniano dell'Ayatollah Kamenei ha adottato una decisione che drastica è dir poco. Infatti, a tre mesi dall'inizio delle proteste, è arrivata la prima condanna a morte di un manifestante, il ventitreenne Mohsen Shekari. Perché sono iniziate le proteste in Iran? Come il governo iraniano gestirà i manifestanti nel prossimo futuro?

Le proteste sono partite dalla morte della giovane Mahsa Amini, arrestata dalla Polizia Morale iraniana per non avere indossato in modo corretto l'Hijad, più comunemente chiamato velo. Le proteste delle donne iraniane sono diventate famose grazie ai video che sono stati pubblicati sui social. Secondo il governo iraniano le rivolte sono state istigate da paesi stranieri.

Anche una ragazza italiana è stata imprigionata in Iran con l'accusa, rivelatasi infondata, di aver partecipato alle proteste; è stata, poi, liberata grazie all'intervento del Ministero degli Esteri.



Moshen Shekari era stato arrestato per aver bloccato la strada durante le proteste e per aver ferito un poliziotto. Il processo, svoltosi lo scorso 11 novembre, è durato pochissimo, il tempo per confermare la condanna. Il ragazzo è stato ufficialmente giustiziato un giorno fa.

Immediata la reazione da parte del governo italiano. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato: "L'Italia intera è indignata".

Arriva anche la conferma dall'Iran: altri trenta manifestanti sono nel braccio della morte. Ad oggi 475 manifestanti sono stati uccisi e ben 18.240 arrestati.






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