Mameli il poeta che morì per l'Italia
Il 6 luglio 1849 Mameli, il giovane creatore dell'inno nazionale italiano, ferito in battaglia durante la difesa della Repubblica Romana terminò la sua vita. Non sopravvisse alla putrefazione che si era diffusa nella sua gamba sinistra, amputata dai medici. A soli 21 anni ha già lasciato un segno nella storia e nella cultura del nostro paese.
Mameli era nato nel 1827 a Genova da una famiglia di patrioti e di letterati, nel 1847 scrisse l'inno che oggi cantano tutti gli italiani noto come "inno di Mameli".
Nel 1848 partecipò alla prima guerra di indipendenza combattuta a Milano, Venezia e Brescia. L'anno successivo si trasferì a Roma, qui si arruolò nelle truppe garibaldine per difendere la città dall'assedio dei Francesi; durante la battaglia venne colpito alla gamba sinistra, e viene subito portato in ospedale. Dopo tre giorni morì pronunciando le sue ultime parole:
"Muore un uomo, ma non muore un'idea".
Il suo corpo fu sepolto a Roma, insieme ad altri eroi della patria.
Il suo inno divenne famoso in tutte le piazze e in tutte le scuole, a tal punto che nel 1946 il canto di Mameli, che esalta l'amore per la patria, la lotta per l'indipendenza e i valori di libertà e unità dell'Italia, divenne l'inno ufficiale della Repubblica Italiana.
A distanza di 175 anni dalla sua scomparsa, la figura di Mameli è stata ricordata da scrittori, artisti, politici e giornalisti e più di recente dalla nota emittente nazionale con la miniserie omonima, andata in onda nel febbraio del 2024.
"Ringraziamo Mameli per tutto quello che ha fatto per la nostra l'Italia"
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