Homo videns: il dominio dell'Immagine
Sartori ipotizza che la società contemporanea sia dominata dall'immagine, trasformando l'uomo in un "Homo videns": un individuo orientato principalmente verso la percezione visiva piuttosto che verso la riflessione e al pensiero critico. Una delle prove fondamentali addotte da Sartori è l'inarrestabile crescita dei media visivi, come la televisione e i social media, che influenzano profondamente le nostre percezioni e il nostro modo di pensare.
"L'immagine, soprattutto quella televisiva, ha trasformato la nostra cultura in una cultura visiva, cioè tendenzialmente non solo oralizzata, ma visionarizzata”.
Afferma il sociologo nel suo saggio “Homo videns” evidenziando l'importanza attribuita all’influenza dell'immagine nella nostra società. “È chiaro, allora, che il caso della televisione non può essere trattato per analogia, e cioè come se la televisione fosse una prosecuzione e un mero ampliamento degli strumenti di comunicazione che l'hanno preceduta - continua l’autore ponendo l’accento sulle potenzialità dei mass media - con la televisione ci avventuriamo in un “nuovo radicalmente nuovo”. La televisione non è una aggiunta; è soprattutto una sostituzione che ribalta il rapporto tra capire e vedere”. Da ciò ne discerne che “il nuovo” non è affidabile e ci sono dei rischi nei quali si va ad incombere se si parla delle conseguenze sociali del dominio dell’immagine quali la superficialità culturale, il declino del pensiero critico e molto altro.
“Fino ad oggi il mondo, gli eventi del mondo, ci venivano raccontati (per iscritto); oggi ci vengono fatti vedere, e il racconto (la loro spiegazione) è quasi soltanto in funzione delle immagini che appaiono sul video. Ma se questo è vero ne discende che la televisione sta producendo una permutazione, una metamorfosi, che investe la natura stessa dell'homo sapiens”.
La menzione estratta dall’opera di Sartori pone in luce la metamorfosi e quindi il cambiamento che l’uomo moderno sta vivendo. Inevitabilmente i mass media sono diventati parte della quotidianità: gli adulti si trovano a dover modellare una pasta della quale non conoscono ancora la composizione (la quale è anche difficile da apprendere), mentre i giovani o, meglio, la nuova generazione ‘mastica’ con facilità tutto ciò che riguarda l’immagine e con difficoltà le informazioni scritte. Da entrambi gli estremi, quindi, ci sono parti contrastanti. Il crescente consumo di contenuti visivi porta ad una cultura sempre più superficiale, dove l'importanza dell'aspetto esteriore e dell'immediatezza prende il sopravvento sulla profondità del pensiero e della riflessione. Come sopra riportato, questo fenomeno ha dei rischi soprattutto su come influenza negativamente la capacità ed il senso critico come lo stesso politologo evidenzia:
“Il crescente consumo di contenuti visivi porta ad una cultura sempre più superficiale, dove l'importanza dell'aspetto esteriore e dell'immediatezza prende il sopravvento sulla profondità del pensiero e della riflessione”.
Quest’affermazione pone l’accento sulla società contemporanea la quale, dominata dall'immagine, tende a valorizzare sempre di più l'intrattenimento e lo spettacolo a discapito della cultura e della conoscenza. Tra le conseguenze più eclatanti, la grave carenza della partecipazione attiva nella società, poiché l'attenzione è spesso sviata verso l'intrattenimento e il consumo passivo di contenuti visivi. In aggiunta si può dire che l’impatto dei mass media, e più in generale della “cultura visiva”, tocca anche il campo dell’educazione e Sartori questo lo aveva intuito già prima del 2000!
Nel campo dell'istruzione, il dominio dell'immagine ha comportato un cambiamento nei metodi di insegnamento, che pongono maggiore enfasi sull'apprendimento visivo a discapito della “comprensione concettuale”. Ciò potrebbe influenzare negativamente le capacità di apprendimento e la formazione di una visione critica del mondo da parte dei giovani.
Inoltre, ritengo che il problema non siano solo dei ‘millenials’ a decorrere i quali, una volta apprese “le regole dell’immagine”, sanno come portare a termine la partita però si limitano solo a quello; anche gli adulti vivono un certo disagio in quanto, tutt’oggi, sono molti, per esempio, gli insegnati inesperti che riscontrano serie difficoltà a comunicare con i ragazzi poiché risulta faticoso approcciarsi ad un mondo completamente diverso dal proprio e, infatti, non sempre la comunicazione adulto-adolescente è efficace. In sintesi, le conseguenze sociali del dominio dell'immagine sono ampie e complesse ed influenzano diversi aspetti della vita sociale, politica ed educativa dell’individuo. È fondamentale affrontare queste sfide promuovendo una maggiore consapevolezza critica e un equilibrio tra la cultura visiva e la capacità di pensiero critico, per costruire una società più informata e partecipativa, che non si limita a guardare e giudicare senza aver riflettuto a fondo. L'analisi dell'opera di Sartori rivela la portata delle conseguenze sociali di questo fenomeno. Il predominio dell'immagine ha determinato ad una superficialità crescente nel modo in cui percepiamo il mondo e interagiamo con esso. Questo ha conseguenze significative sulla politica, sull'educazione e sullo sviluppo sociale. Un exempla significativo è la politica: sempre più condizionata dall'immagine dei politici piuttosto che dalle loro idee e competenze. Ritengo, inoltre, che l’istruzione, allo stesso modo, stia subendo una “trasformazione” che punta ad avere una concentrazione maggiore, unicamente rivolta all'aspetto visivo. In conclusione, l'opera "Homo videns" di Giovanni Sartori offre una prospettiva illuminante sul ruolo dell'immagine nella società odierna. Le prove presentate dall'autore e le relative conseguenze sociali sottolineano l'importanza di riflettere su questo fenomeno e di promuovere un equilibrio tra la cultura visiva e la capacità di pensiero critico. Solo attraverso una consapevolezza maggiore possiamo affrontare le sfide poste dal predominio dell'immagine e costruire una società più equa e informata.
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