il Titanic uccide ancora: sottomarino disperso in mare
Il 18 giugno un sommergibile, usato per visitare i resti del Titanic, è scomparso.
Gli operatori del Titan OceanGate contattano Edward Cassano, amministratore delegato di Pelagic Research Services, per riferirgli la scomparsa del sommergibile. Si mette insieme una squadra di ricerca per ritrovare il Titan, un’impresa coraggiosa quanto impossibile. Quando, però, vengono rinvenuti dal team i detriti del sommergibile, quella che era una missione di salvataggio si è trasformata in un recupero.
Il sommergibile Titan, un sottomarino controllato da un joystic per PlayStation, aveva una capienza di 5 persone. Un biglietto costava 250mila dollari, se lo potevano permettere solo i ricchi. Negli anni è sempre stato detto da vari professionisti che non era per niente sicuro e si invitavano le persone a non utilizzarlo.
Le cinque persone che hanno perso la vita sono Stockton Rush, patron di OceanGate, l'azienda proprietaria del Titan, Hamish Harding, uomo d'affari britannico, Paul-Henri Nargeolet, esploratore francese e pilota di sommergibili, Shahzada Dawood, uomo d'affari pakistano e il figlio Suleman di soli 19 anni.
Le ricerche sono sembrate disperate sin dall'inizio. Si sospettava un'implosione, ma, anche se questa implosione non fosse avvenuta, comunque rimanevano ai passeggeri 96 ore di ossigeno, troppo poche per ritrovare un sommergibile di dimensioni così piccole nelle profonde acque dell’Oceano Atlantico. Quando, il 21 giugno, sono stati rinvenuti i detriti del sommergibile, è stata confermata l’ipotesi dell’implosione. Ora non si può far altro che provare dispiacere per le povere vittime.
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