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  • Nicole Capece

Il buco dell'ozono si sta chiudendo

Il buco nello strato di ozono a lungo è stato considerato il più temuto pericolo ambientale per l'umanità. In due decenni dovrebbe sparire nella maggior parte del mondo grazie all'azione decisiva da parte dei governi di eliminare in modo graduale le sostanze che possono ridurre lo strato. Secondo un relazione dell'Onu la perdita dello strato di ozono, che ha rischiato di esporre le persone ai raggi ultravioletti del sole molto dannosi, è una buona strada per essere completamente recuperata nel 2040 nella maggior parte del mondo, mentre si ricreerà entro il 2045 sull'Artico ed entro il 2066 sull'Antartide. Dopo l'allarme per la perdita di ozono che ci fu negli anni '80, lo strato di ozono è migliorato con il protocollo di Montreal del 1989, un accordo internazionale che contribuì a eliminare il 99% delle sostanze chimiche che lo riducono, come i clorofluorocarburi (CFC) che erano utilizzati come solventi e refrigeranti. L'Onu afferma che l'azione intrapresa sullo strato di ozono è stata un'arma contro la crisi climatica: i CFC sono anche dei gas serra. L' uso continuo di questi gas avrebbe portato all' innalzamento delle temperature globali di un grado centigrado entro la metà del secolo, peggiorando così una situazione già molto disastrosa. "L'azione sull'ozono costituisce un precedente per l'azione per il clima", ha affermato Petteri Taalas, il segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale, che ha presentato il rapporto sui progressi fatti. "Il nostro successo nell'eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l'aumento della temperatura". La risposta globale unita alla gestione dei CFC indica che l'accordo di Montreal dovrebbe essere considerato "il trattato ambientale di maggior successo nella storia e offre incoraggiamento affinché i Paesi del mondo possano riunirsi e decidere un risultato e agire di conseguenza", come afferma lo scienziato della National Oceanic and Atmospheric Administration David Fahey e autore della nuova valutazione. I progressi non sono sempre stati lineari: nel 2018 gli scienziati rilevarono un aumento dell'uso di CFC, ritrovato in Cina e che in infine fu risolto. Nel frattempo ci fu una problematica con la sostituzione dei CFC con un altro gruppo di prodotti chimici ovvero gli idrofluorocaburi (HFC) in quanto gli HFC sono gas serra, quindi è stato necessario un nuovo accordo internazionale, raggiunto a Kigali, per limitarne l'uso.



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