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Boris Godunov inaugura la stagione 2022/23 del Teatro alla Scala di Milano: 13 minuti di applausi

"Boris Godunov" apre la stagione teatrale della Scala di Milano


L’opera epica russa “Boris Godunov” è stata presentata alla prima del Teatro alla Scala di Milano aprendo ufficialmente la stagione teatrale 2022/23. Il capolavoro di Modest Musorgskij è stato proposto nella sua prima versione in sette scene. Diretto dal Maestro Riccardo Chailly, racconta la storia dell’ascesa al trono di Boris Godunov e della sua follia dopo la morte dello zar di Russia Fëdor I fino alla sua scomparsa. L’opera è incentrata sui temi della coscienza contro il potere e della verità contro la censura. Inizialmente non venne accettata la sua rappresentazione nei teatri e andò in scena solo 50 anni dopo la morte del suo autore.

Ispirata al dramma di Puskin, l'opera Boris Godunov racconta vicende che si svolgono fra il 1598 e il 1605. Fa riferimento all'ascesa e alla caduta dello zar, realmente vissuto, che fece uccidere il legittimo erede Dmitrij, figlio di Ivan il terribile, per prenderne il posto. Nel 1598 un ufficiale di polizia ordinò alla folla di inginocchiarsi e di chiedere a Boris Godunov, ritiratosi nel monastero di Novodevič’i nei pressi di Mosca, di accettare il trono. La folla obbedì senza comprendere fino in fondo. Solo dopo alcuni mesi Boris Godunov fu incoronato nella piazza della Cattedrale del Cremlino con una cerimonia imponente, ma disturbata da alcuni disordini.

Le ultime scene dell'opera di Musorgskij narrano gli eventi accaduti nel 1604: i figli di Boris, Xenia e Fëdor, sono cresciuti e lo zar ora governa un paese ormai distrutto dalla carestia, dove il malcontento dilaga tra la gente mentre le forze ribelli premono sui confini. Perseguitato dal fantasma dello zar Dmitrij, Boris Godunov perde la testa e muore dopo aver indicato suo figlio Fëdor come successore.

Lo spettacolo della durata di circa 3 ore, suddiviso in 2 parti da 70 minuti con un intervallo di 35 minuti, è stato trasmesso in diretta su Rai 1 e Radio 3; è stato molto apprezzato dal pubblico che al termine ha applaudito per 13 lunghi minuti.

Hanno preso parte all'evento importanti figure italiane ed europee. Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, accolto da un'ovazione, ha dichiarato: "La cultura russa non si cancella, è europea". Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: "Come è noto io ho una posizione estremamente chiara sul tema dell'invasione dell'Ucraina, però noi non ce l'abbiamo con il popolo russo, con la storia russa o con la cultura russa, noi ce l'abbiamo con le scelte politiche del governo. E i due piani vanno tenuti distanti altrimenti facciamo molta confusione". In questo modo Mattarella e Meloni hanno posto l'accento sul valore della cultura e dell'arte russa senza, però, condividere le scelte politiche del Cremlino.





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