Addio a Yana, l'angelo dei combattenti
"Gli angeli vengono a trovarci ma noi li riconosciamo solo quando se ne sono ormai andati"
Il conflitto russo-ucraino, che ormai si sta protraendo da più di un anno con conseguenze di tipo economico, politico, sociale, sta dividendo migliaia di famiglie in Ucraina: i padri combattono sul fronte ed il resto della famiglia vive in nascondigli, spesso in condizioni di vita certamente non ottimali. In alcune aree del paese i bambini non vanno a scuola poiché, da un momento all'altro, potrebbe scattare un allarme bomba, le stesse bombe che hanno raso al suolo intere città. Le statistiche parlano di circa 100mila morti dall'inizio del conflitto.
L'ennesima vittima è Yana Rykhlytska. Nata a Vinnytsia, avrebbe compiuto trent'anni tra circa un mese, ma purtroppo la sua vita è stata spezzata a colpi di mortaio dalle truppe della compagnia Wagner che ha assalito l'auto su cui si trovava mentre aveva appena evacuato dei soldati feriti dal tritacarne di Bakhmut. Yana era un paramedico divenuta un simbolo della guerra in Ucraina. Era stata soprannominata "l'angelo combattente" dalle unità militari di Kiev per il suo aspetto fisico, era una donna bionda con gli occhi azzurri, ma soprattutto perché non si tirava mai indietro se c'era qualche suo connazionale ferito a causa della guerra da salvare; difatti, è riuscita a portare in salvo decine di persone. Il suo animo coraggioso e determinato era ben visibile anche dai post pubblicati sulla sua pagina Facebook. In un recente post affermava di "voler guardare - nonostante tutto - con ottimismo il mondo, qualunque diavolo di cosa stia succedendo, con una risata, con coraggio e professionalità". Il suo corpo ora è seppellito nella "Valley of heroes" ossia la valle degli eroi del suo paese natale. Sarà certamente ricordata da quanti hanno avuto l'opportunità di conoscerla poiché muore davvero solo chi viene dimenticato.
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