Il trasferimento della capitale d'Italia
Il trasferimento della capitale Italiana da Firenze a Roma è avvenuto il 3 febbraio 1871 a seguito della legge 33. Inizialmente la capitale fu Firenze perché Roma e la città del Vaticano non erano ancora annesse al Regno d'Italia. Questa data ha un puro valore simbolico dato che le date importanti dal punto di vista storico sono il 20 settembre 1870, la presa di Porta Pia, e il plebiscito del 2 ottobre dello stesso anno. Firenze fu capitale d'Italia solo 6 anni dal 1865 al 1871. La scelta del 3 febbraio fu, però, casuale. La notizia del trasferimento della capitale fece arrabbiare la popolazione che durante una festa al Palazzo Reale di Torino fece scoppiare i tumulti: il bilancio fu di 52 morti e 187 feriti. Il re osservava tutto questo direttamente dalle finestre del palazzo, quindi decise di convocare il Consiglio dei ministri per il 2 febbraio e, deluso da una totale mancanza di una condanna chiara per gli ennesimi tumulti, decise di partire alla volta di Firenze il giorno dopo per eliminare subito ogni dubbio o possibilità sulle decisioni già prese.
La Gazzetta Ufficiale il 3 febbraio rese pubblico il viaggio del re: “Questa mattina alle ore otto, S.M. il Re è partito da Torino per Firenze, accompagnato da S.E. il Presidente del Consiglio dei Ministri, Generale Alfonso La Marmora”.
"Il 3 febbraio sancisce la fine di una stagione e l'inizio di una nuovo percorso: far diventare Roma capitale del Regno d'Italia era un progetto che doveva essere concluso ed era nelle menti delle persone che hanno guidato il nostro Risorgimento, senza le quali questo non sarebbe mai accaduto". Queste parole sono state dette dallo storico moderno Vittorio Vidotto, che ha dedicato molto della sua vita a studi sulle vicende della capitale. Nel recente Roma contemporanea (2020) racconta la ricorrenza dei centocinquant'anni di Roma capitale: un evento che serve per riflettere sulle trasformazioni che sono avvenute nella città, sia urbanistiche sia antropologiche.
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