XXI o XVII secolo?
Pochi giorni fa, precisamente mercoledì 6 gennaio, a Los Angeles è accaduta una vicenda terribile. Siamo nel ventunesimo secolo, da poco 2021, e ancora le persone vengono picchiate, infastidite, insultate e molto di peggio, solo a causa del colore della loro pelle. Soli sei giorni fa l'afroamericana Berlinda Nibo, di soli 25 anni, mentre passeggiava per strada si è imbattuta involontariamente in un gruppo di seguaci di Trump. Questi non hanno esitato ad insultarla, prima verbalmente e successivamente aggredendola fisicamente. I cosiddetti trumpiani si trovavano lì per manifestare contro la certificazione della vittoria di Biden, nuovo presidente degli Stati Uniti d’ America. La giovane ragazza si è improvvisamente trovata accerchiata senza vie di fuga.
I manifestanti le ripetevano “White lives matter”, mentre lei, spaventata e preoccupata, chiedeva a tutti loro di allontanarsi da lei e di indossare le mascherine, ma nessuno le dava ascolto. Il gruppo le urlava contro, utilizzando più e più volte la N-Word. Erano più di trenta persone contro di lei, quasi tutte con indosso magliette con su scritto “Fuck Biden” o cose del genere e hanno continuato, poi, strappandole dalle mani il cellulare, per non restituirglielo più. La notizia di questa vicenda in pochissimo tempo è diventata virale scatenando l’attenzione delle persone sui Social.
Dopo poco tempo la giovane ha rilasciato una dichiarazione in cui ha spiegato come sono andati veramente i fatti. L’uomo dalla barba arancione, che si vede chiaramente in tutte le foto, le aveva promesso di portarla in salvo e proteggerla. In realtà l’ha solo mantenuta mentre la torturavano spruzzandole lo spray al peperoncino negli occhi
e sul resto del viso. A salvarla dalle braccia dell’uomo due donne che lo convincono a lasciarla. Poco prima, una donna urlando “F*ck Black lives matter” le strappa la parrucca via dalla testa, sventolandola come una bandiera. Fortunatamente Berlinda è stata abbastanza forte da rimanere in piedi, senza sedersi mai a terra, se fosse caduta sarebbe stata la sua fine, l’avrebbero uccisa, così come lei ha dichiarato.
Il razzismo è una realtà contro cui sono in molti a combattere da anni ma questo non basta, perché l’umanità è marcia! Viviamo di stereotipi che influenzano il nostro modo di pensare, di vivere e di confrontarci con le persone che ci circondano. Non è la razza a renderci persone migliori, bensì l'umanità, la compassione, l'empatia e l'amore. Dovremmo sforzarci trasformandoci in persone ricche di valori sani. Dovremmo essere tutti persone portatrici di idee lecite e giuste, idee da perseguire e sostenere con manifestazioni pacifiche che non comportano l’umiliazione del nostro prossimo.
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