Vent'anni senza un importante sognatore...
Ormai sono passati più di vent'anni dalla scomparsa dell'indimenticabile Fabrizio De Andre. Un brutto tumore la notte dell'11 gennaio 1999 lo ha sottratto alla vita, lasciandolo però vivo nei cuori dei suoi innumerevoli fans. Aveva 58 anni.
Nel periodo della sua adolescenza iniziò ad avvicinarsi al mondo della musica, dopo aver ricevuto in regalo dalla madre la sua prima chitarra.
“Cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni Cinquanta un giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, sensibile alle vistose infamie di classe, innamorato dei topi e dei piccioni, forte bevitore, vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce, cantore feroce di qualunque cordata politica, sposo inaffidabile, musicomane e assatanato di qualsiasi pezzo di carta stampata? Se fosse sopravvissuto e gliene fosse stata data l’occasione, costui, molto probabilmente, sarebbe diventato un cantautore. Così infatti è stato, ma ci voleva un esempio”.
Si descriveva in questo modo quando ancora non sapeva che sarebbe diventato uno dei più famosi ed apprezzati artisti italiani. Ogni suo brano riusciva a trasmettere il suo stato d’animo contorto e complicato, amante delle cose che in pochi riuscivano ad ammirare, capace di far trasparire ogni sua emozione tra note e parole. Non si definiva un uomo “da spettacolo”. Infatti erano rare le volte che cantava in pubblico, perché non si sentiva preparato per una folla che lo acclamasse. Era un cantautore, sapeva scrivere canzoni piene di lirismo e liberare la sua mente colma di idee, che intrappolava con l'inchiostro sulla carta.
Sono molti i pensieri da lui espressi che mi hanno colpito, in particolar modo questo: “Un uomo senza sogni, senza utopie, senza ideali, sarebbe un mostruoso animale, un cinghiale laureato in matematica pura”. Ne era fermamente convinto: chi non ha sogni, non può essere affatto considerato uomo, non ha sensibilità né anima. I giovani fortunatamente non smettono di sognare, fino a quando non diventano adulti. Oppure semplicemente cambiano posto dove, trasferendosi, possono continuare ad immaginare il futuro che desiderano, senza dover rinunciare alle proprie ambizioni, senza timore di essere criticati.
Impossibile non aver mai sentito, anche solo per puro caso, una sua canzone.
"Il pescatore" è un brano che adoro, uno dei più conosciuti e vi consiglio assolutamente di ascoltarlo. Chiudete gli occhi, immaginatelo seduto di fronte a voi con la sua immancabile chitarra e lasciatevi cullare dal timbro deciso di quella voce inconfondibile.
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