Una pandemia invisibile: il “silenzio assordante” che non può più essere ignorato
Il Movimento Lilla dà voce ai quattromila che non ce l'hanno fatta
Piazza Castellani si fa scena di testimonianze e richieste, del dolore inciso sulla pelle di milioni di giovani italiani. Dinanzi al Ministero della Salute manifesta il Movimento Lilla, che lotta contro i disturbi del comportamento alimentare. Alle 11:00, da tutta Italia, vengono riuniti da una causa comune medici, ragazzi e ragazze, attivisti e genitori in lutto. Questi hanno deciso di farsi sentire dal Ministro Speranza chiedendo uno stato più attento e pronto verso quella che è diventata la seconda causa di morte tra gli adolescenti.
In una situazione drasticamente aggravata dalla pandemia globale, l’Onda Lilla reclama un budget autonomo per ogni regione dedicato alla cura dei DCA e una predisposizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) indipendente da quelli previsti per la psichiatria. La mancata considerazione dei, genericamente denominati, disturbi alimentari impedisce di preservare la salute e, spesso, anche la vita di molti italiani; lo Stato si dimostra incapace di provvedere interamente alla sanità dei suoi cittadini. Gravi patologie come queste tendono a degenerare irrimediabilmente se non trattate con la dovuta urgenza e, attualmente, in Italia le liste d’attesa per la prima visita arrivano a durare fino a sette mesi.
Protagoniste della manifestazione le associazioni “Mi nutro di vita” e “Frida Onlus”, la prima voluta da Stefano Tavilla, padre privato di questo ruolo dall’anoressia, carnefice di sua figlia. Fondatore di questa associazione, da dieci anni prosegue la sua lotta contro i DCA: "Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. [...] Lei non ce l’ha fatta, ma non ci devono essere altri figli che muoiono quando potevano essere salvati". Queste le sue toccanti parole affiancate da decine di storie amare.
Queste voci non hanno solamente echeggiato in piazza Castellani, ma hanno avuto un positivo riscontro presso il Ministero della salute. Ad ascoltare le tante testimonianze la Sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento Caterina Bini che afferma: “Seguo da molti anni questa tematica che nel 2018 mi ha portato anche a presentare una proposta di legge. È giunto il momento di cambiare passo. Il Covid ha mostrato quanto tanti abbiano visto aggravare la loro situazione, ma allo stesso tempo siano diventati invisibili”.
Ci sarà da aspettare per poter avere dei miglioramenti concreti, ma finché ci saranno persone pronte a lottare per questa causa, rimarrà la speranza di garantire cure e trattamenti a tutti i giovani italiani. Ognuno può contribuire, anche semplicemente firmando la petizione allegata.
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