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Un’incredibile impresa

La protagonista di questa vicenda è una donnina di 86 anni. Nonna Livia, nata nel 1935 nella provincia di Avellino, è il corrispettivo italiano di Mrs Fran Goldman. Entrambe hanno percorso chilometri a piedi per potersi vaccinare.

Lo scorso mercoledì Livia si è incamminata verso il centro del suo paesino per poter raggiungere il bus che l'avrebbe portata direttamente in ospedale. Purtroppo, però, è arrivata in ritardo ed il pullman era già partito. Così ha deciso di dirigersi a piedi verso il centro vaccinale: un’impresa folle e anche nonna Livia lo capisce, ma ha deciso di provarci. Arrivata in ospedale i medici le hanno fatto tutti i controlli del caso per poi, finalmente, somministrarle il vaccino Pfizer/BioNTech.

Oggi tutte le persone si informano e studiano, ma purtroppo prestano ascolto spesso a siti non affidabili e questo ha portato alcuni a non fidarsi degli studi scientifici. Ci sono, infatti, alcuni che cercano un piccolo pretesto per confermare le loro tesi antiscientifiche. I noVax cercano notizie parzialmente vere e le diffondono in internet come notizie certe. Pensano che tutti i vaccini siano stati creati per un fine economico e non per cercare di mettere fine a questa maledetta pandemia. La fiducia di nonna Livia nella medicina dovrebbe farci capire che i vaccini non sono stati creati solo per un bene economico bensì per aiutare le persone come Livia che farebbe di tutto pur di restare in vita. Ci sono altre persone che, come Livia, avrebbero voluto sconfiggere il coronavirus, ma non ne hanno avuto il tempo. Ovviamente alla somministrazione di un vaccino ci sono dei rischi di poter avere effetti collaterali, ma ogni scelta nella vita porta con sé rischi e benefici: il vaccino ha sicuramente molti più benefici che rischi soprattutto per le persone anziane.

La dimostrazione che le generazioni siano diverse si può notare dal fatto che ci sono approcci opposti anche per professare la gioia dell'avvenuta vaccinazione. Lo dimostra il fatto che la generazione odierna riversa in internet le foto del momento in cui viene somministrato loro il vaccino. In molti casi è un modo di spingere gli altri a vaccinarsi e dare l’esempio, in altri è solo un modo per apparire. La storia di Livia non è l’unica storia di una persona anziana che ha fatto parlare di sé. Mi ha colpito, infatti, la storia di un novantunenne di Bari il quale ha deciso di portare un fazzoletto dell’Italia al centro vaccinale per ricordare quando, a tredici anni, difendeva la sua amata Bari dai tedeschi. La storia di Michele Mancini è un altro esempio di persona anziana che ha vissuto la vaccinazione come un segno di liberazione, segno di liberazione proprio come la vittoria della città pugliese dai tedeschi.


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