Un gesto di odio insensato
Sparatoria in Russia all'Università di Perm
"Odio me stesso, ma voglio fare del male a tutti quelli che si mettono sulla mia strada", queste sono le parole dell’autore della sparatoria accaduta oggi all’Università di Perm, in Russia. Il bilancio ancora non definitivo è di sei morti e ventiquattro feriti, tutti studenti che frequentavano il prestigioso Ateneo. Le fonti ufficiali hanno identificato il killer come il giovane Timur Bekmansurov, diciottenne, iscritto al primo anno di giurisprudenza che in un primo momento è stato dichiarato tra le vittime, ucciso dalle forze dell’ordine mentre tentavano di arrestarlo.
La notizia della morte dell’assalitore è stata smentita poco dopo dal Comitato Investigativo Russo che ha affermato, invece, che il giovane è ancora vivo ma in ospedale, ferito per aver opposto resistenza, ed è tuttora tenuto sotto stretta osservazione. Dalle prime indagini si è scoperto che il giovane, prima di questo terribile gesto, aveva pubblicato su Facebook un post nel quale aveva scritto: “Non è stato un attentato terroristico. Non sono membro di organizzazioni estremiste. Nessuno sapeva quello che avrei fatto. Ho organizzato tutto da solo”. Per sfuggire alla “furia omicida” molti studenti e docenti si sono nascosti nell’auditorium, altri sono scappati dalle finestre in preda al panico, tutti hanno fatto il possibile per salvarsi non aspettandosi una cosa del genere. Anche Vladimir Putin, nel sottolineare che non si tratta di un episodio isolato in Russia, esprime tutto il suo dolore e sentite condoglianze a tutte le famiglie e amici dei ragazzi che oggi sono stati coinvolti in questa strage e purtroppo non sono riusciti a salvarsi.
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