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Un evento senza precedenti: il Papa in Iraq

Papa Francesco si troverà in visita in Iraq dal 5 all’8 marzo.

“Inviato Speciale che, consumando le scarpe, percorre le vie del mondo nel nome della Fede, della Fratellanza e della Pace”. Con queste parole è stato definito Papa Francesco nell’ attestato che gli è stato assegnato come Premio giornalistico nazionale italiano “Maria Grazia Cutuli“, la giornalista italiana assassinata in Afghanistan nel 2001. La consegna è avvenuta a bordo dell’ aereo dell’ Alitalia decollato dall’ aeroporto di Fiumicino e diretto a Baghdad, capitale irachena.

Papa Francesco è in Iraq, un paese in cui la maggioranza della popolazione è formata da sciiti, per realizzare il suo viaggio di pace e fraternità. Si tratta della prima visita ufficiale dall’inizio della pandemia da Coronavirus, ma soprattutto rappresenta un sogno avveratosi: è la prima volta nella storia che un Pontefice si reca in Iraq, un paese fragile, martoriato da guerra e terrorismo e verso cui Papa Francesco avverte un senso del dovere. È una visita a lungo attesa e desiderata che fu vietata a Papa Wojtyla, San Giovanni Paolo II.

Prima di imbarcarsi per intraprendere il suo 33esimo viaggio apostolico, il Santo Padre ha salutato le autorità civili e religiose presenti a Fiumicino. A bordo del velivolo era presente l’immagine della Vergine di Loreto, patrona degli aeronauti. Durante il tragitto aereo, Papa Francesco ha espresso la sua contentezza nel riprendere i viaggi apostolici ed ha salutato i numerosi cronisti che si trovavano a bordo rispettando le norme anti-Covid.

Dopo un volo di più di quattro ore il Pontefice è arrivato a Baghdad da dove inizia il suo percorso, il più pericoloso che un Papa abbia affrontato nella storia recente e che Bergoglio ha deciso di intraprendere, nonostante la pandemia e l’ultimo attacco missilistico contro una base americana avvenuto nel paese appena lo scorso mercoledì.

Al suo arrivo in aeroporto il Papa è stato ricevuto dal primo ministro iracheno Mustafa Al-Kadhimi ed accolto da balli e canti tradizionali iracheni. A seguire, nell’auto blindata e scortato da un solenne corteo delle forze di sicurezza, ha raggiunto il Presidente della Repubblica d’Iraq, Barham Salih, nel Palazzo presidenziale della capitale dove si è tenuta la cerimonia ufficiale di benvenuto. Nel grande salone del palazzo, il Pontefice ha pronunciato il suo primo discorso in Iraq rivolto alle autorità politiche e religiose, ai rappresentanti della società civile ed ai membri del Corpo Diplomatico, lanciando un accorato appello affinché si fermino le violenze, gli estremismi e le intolleranze. Poi ha ricordato gli yazidi, una comunità di origine e di lingua curda con religione propria, che sono stati perseguitati ed uccisi a causa del loro credo da un fondamentalismo che non tollera la convivenza di vari gruppi etnici e religiosi come di diverse idee e culture. Pertanto il pontefice ha sollecitato le autorità irachene, perché diano protezione e diritti a tutte le fedi, e la comunità internazionale affinché promuova la pace in Iraq e in tutto il Medio Oriente. Ha lanciato un appello ai politici al fine di contrastare la corruzione e l’illegalità perseguendo la giustizia con l’ auspicio di far sviluppare una politica sana garante di un futuro migliore. Infine ha parlato della pandemia da Covid-19 che ha colpito la salute di tante persone, ma che ha anche peggiorato condizioni economiche e sociali già compromesse. Ha concluso sottolineando che la via d’ uscita dalla crisi Covid è di mettere in campo sforzi comuni.

Successivamente Papa Francesco è andato nella Cattedrale siro-cattolica di Sayedat al-Najat (Nostra Signora della Salvezza) dove, nel 2010, durante la celebrazione della messa è avvenuto un attacco terroristico dell’ Isis che ha provocato 48 vittime per le quali è stato eretto un memoriale.

Quello iniziato stamane è un viaggio tra i più importanti ed a cui i giornali stranieri hanno dato grande risalto. In evidenza la tappa a Najaf, la città santa sciita dove avverrà l’ incontro tra il Pontefice ed il grande ayatollah Ali Al-Sistani, massimo esponente religioso sciita, nonché guida spirituale e politica dell’ Iraq. In seguito il Pontefice volerà a Nassiriya dove si terrà un incontro tra più confessioni religiose nella piana di Ur legata ad Abramo, il patriarca del popolo d’ Israele. Domenica 7 marzo il Papa andrà anche a Mosul, l’ ex roccaforte dell’ Isis, città adagiata sulla riva destra del Tigri e ridotta a cumulo di rovine. Lì il Santo Padre pregherà per le vittime della guerra.

Molti musulmani sperano che la visita del Papa possa incoraggiare il rientro dei cristiani di cui molti fratelli musulmani sentono la mancanza.





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