Un colpo assestato al cuore che ha fermato il calcio, ad10s Diego!
Aggiornamento: 28 nov 2020
Anche se non improvviso, un forte colpo al cuore di tutti ha fermato il calcio, un colpo per coloro che lo hanno amato In Italia, soprattutto a Napoli, ed in Argentina, ma anche per coloro che lo hanno semplicemente stimato per il suo genio calcistico. I pensieri e le valutazioni su Diego Armando Maradona sono sempre state in bilico tra l'immensità del campione sportivo e la fragilità dell'uomo.
Diego Armando Maradona, nacque povero in un sobborgo disagiato di Buenos Aires, Villa Fiorito, il 30 ottobre 1960; è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo argentino. Il calcio fin da bambino è il suo pane quotidiano, come tutti i ragazzi poveri della sua città passa gran parte del tempo per strada giocando a pallone, facendosi le ossa sui campi rovinati. Già da ragazzo fu soprannominato "el pibe de oro", nomignolo che si porterà per tutta la carriera. Il suo straordinario talento fu subito notato, tanto che già all'età di 16 anni giocava nella Nazionale di calcio dell'Argentina, bruciando tutte le tappe della carriera.
Il 5 luglio 1984 Maradona venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo e fu accolto da circa ottantamila persone. Nella prima stagione il Napoli raggiunse una posizione di centro classifica, mentre l’anno successivo ottenne il terzo posto. Il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato 1986-1987, stagione in cui sconfisse dopo trentadue anni la Juventus. Furono tanti gli ulteriori successi che Diego raggiunse come sportivo fino purtroppo all’epilogo della sua morte improvvisa.
Aveva da poco compiuto 60 anni, così come da poco era stato operato al cervello per un improvviso malore che lo ha condotto, quasi in fin di vita, in ospedale. Si è spento alle ore 12:00 (orario argentino) del 25 novembre 2020 per un'insufficienza cardiaca acuta provocata da un edema polmonare. “Per sempre”: così lo ha ricordato sui social la squadra di calcio di cui fu giocatore, tifoso e simbolo. Tutta Napoli piange la morte di Diego Maradona e, nell’occasione, il colore azzurro dello scudetto della squadra è stato trasformato in nero per il lutto. Il sindaco di Napoli ha indetto per la giornata del suo funerale il lutto cittadino ed in questi giorni si discuterà in consiglio comunale di intitolare lo stadio di calcio, attualmente San Paolo, all’indiscusso campione Diego Armando Maradona.
Ci si chiede sempre: "Chi è più forte? Maradona o Pelè?". Gli esperti del calcio, ma forse anche chi di calcio ne mastica poco, hanno sempre risposto che Maradona era più "completo": un leader, un uomo-chiave e uomo-squadra, etichette che non sempre combaciano. Ma perché Maradona occupa ed ha occupato un posto così significativo nel cuore dei napoletani? Con lui Napoli, per sempre ai piedi del suo re, vive la sua età dell’oro e calcisticamente è il centro del mondo, fu anche il periodo di riscatto per Napoli, come un sogno che realmente si può realizzare. Riscatto perché una squadra del sud non aveva mai vinto una Coppa Uefa, mai nemmeno uno scudetto, in sostanza una squadra del sud non era mai stata al centro dell’attenzione mondiale; tra l’altro il più forte giocatore del mondo aveva deciso di giocare proprio lì a Napoli e non in una delle squadre già vincenti del mondo, questo già rappresentava per i napoletani una grande forma di rispetto. Sicuramente non possiamo dimenticare la storia di Diego uomo, costellata di grandi errori, ma il popolo napoletano lo ha saputo perdonare,
È morto Diego, l’ultimo re di Napoli, l’uomo che ha riscattato il Sud.
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