Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi...
Leonardo Sciascia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d'arte e insegnante italiano. Egli nasce ad Agrigento l’8 gennaio 1921. Le sue opere rappresentano un importante punto di riferimento per la produzione letteraria italiana. Alcuni suoi libri sono Il giorno della civetta, Todo Modo, A ciascuno il suo. Ha scritto undici romanzi tra cui anche un romanzo storico e vari gialli. Leonardo Sciascia si è spesso soffermato sull’opportunità e il diletto della rilettura. All’argomento ha dedicato un intervento specifico nella raccolta di saggi intitolata Cruciverba, seguendo e sviluppando un discorso sottile e dotto di Borges. Ha scritto: «Un libro non esiste in sé, e non soltanto per l’ovvio fatto che la sua vera esistenza, al di là della sua fisicità, consiste nell’esser letto, ma soprattutto perché è diverso per ogni generazione di lettori, per ogni singolo lettore e per lo stesso singolo lettore che torna a leggerlo. Ogni volta è diverso”.
“Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo”. Mi sono particolarmente soffermata su questa citazione. Io penso che Sciascia con queste parole abbia voluto far percepire il fatto che, se non combattiamo le nostre insicurezze e se non le sconfiggiamo, non saremo poi in grado di affrontarle esteriormente. Lui non legge la realtà attraverso un filtro come Marx, ma condivideva alcuni criteri di ragionamento di altri letterati come Manzoni e Pirandello. Ciò significa che nessuna idea preconcetta condizionava i suoi ragionamenti.
Ritengo che il pensiero di questo autore sia stato fondamentale poiché i suoi ragionamenti sono stati capaci di aprire numerosi menti, inoltre è riuscito ad esprimere concetti che, pur essendo emozioni ed esperienze che la maggior parte di noi ha vissuto, sono nascosti interiormente in ognuno di noi.
Oggi sono cent’anni dalla sua nascita. Sciascia ha anche il grande merito di aver fatto capire con i suoi libri, in tutta Italia, cosa fosse la mafia.
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