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Storia di Enrico Medi fra scienza e fede

La storia di Enrico Medi, scienziato, politico e accademico italiano


Enrico Medi nasce a Porto Recanati (Macerata) il 26 aprile 1911. Nel 1932 consegue la Laurea in Fisica pura e insegna in varie università. Uomo di profonda fede e carità cristiana – sposato e padre di 6 figlie – durante l’occupazione nazista si offre in ostaggio per liberare due persone che stanno per essere fucilate. Nel 1949 diventa presidente dell’Istituto Nazionale Geofisica e nel 1958 è vicepresidente dell’Euratom a Bruxelles.


Scienziato di fama internazionale, Enrico Medi sostiene la piena armonia tra scienza e fede: l’una non può fare a meno dell’altra, quindi ritiene inconcepibile qualsiasi contrasto. Egli afferma che nessuna scoperta scientifica può negare l’esistenza di Dio, anzi ogni scoperta è una conferma che fa “gustare meglio alla mente umana la grandezza e la bontà di Dio”. Secondo Medi, la scienza è maestra di vita: insegna all’uomo la via per comprendere i segreti di Dio, nascosti dentro la natura; d’altra parte, Dio è autore della natura e della rivelazione. Amante della vita e forte dell’armonia che sa vedere tra scienza e fede, Enrico Medi non teme di rivolgersi ai giovani dicendo: ”L’uomo è più grande delle stelle. Ecco la nostra immensa dignità, l’immensa grandezza dell’uomo, della vita umana. Giovani, godete di questo dono che a voi è stato dato e che a noi fu dato… guai se la giovinezza perde il canto dell’amicizia”.

Enrico Medi è convinto che attraverso la scienza Dio migliora le condizioni di vita degli uomini. La scienza ha dunque un grande potere. Tuttavia, dietro le potenzialità della scienza si nasconde un pericolo: portare l’uomo verso lo strapotere. Per fare il bene dell’uomo - che è il vero motivo del suo esistere – la scienza dev’essere utilizzata con umiltà: una scienza a servizio dell’uomo, secondo la volontà di Dio. Scienziato umile e molto stimato, oltre ad essere un genio della scienza, possiede spiccate doti di scrittore. Inoltre, con l’entusiasmo dell’uomo di fede, comunica le sue conoscenze come una missione, facendosi ascoltare da molti attraverso conferenze, dibattiti, interventi, radiofonici e televisivi.

Ottimista e sereno anche nelle difficoltà, Medi divulga le tesi scientifiche anche in televisione, dove il 21 luglio 1969 commenta lo sbarco sulla Luna dell’astronauta americano Neil Armstrong. Milioni di italiani sono inchiodati davanti al televisore per seguire l’evento e il commento di Medi desta grande ammirazione negli scienziati americani della NASA. Chiamato “lo scienziato della luna” dopo quella notte d’estate, Enrico Medi muore a Roma il 26 maggio 1974.


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