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Siamo davvero tutti uguali davanti alla morte ?

Il celebre cestista Kobe Bryant è morto il 26 gennaio 2020 a causa di un incidente in elicottero. L'elicottero si è schiantato a Calabasas, a circa 30 miglia (48 chilometri) a nord-ovest del centro di Los Angeles alle 9.40 locali. Il pilota del veicolo stava salendo di quota per evitare le nubi, ma l'elicottero si schiantò senza superstiti.

La leggenda di Kobe Bryant si spegne quel giorno e il suo stile di gioco, il cosiddetto " mamba mentality", i numerosi trofei vinti, l'impronta impressa nell'Nba rimangono solo un indelebile ricordo. Kobe Bryant, un nome ormai famoso in tutto il mondo, era un giocatore creativo con una grandissima passione per il basket, passione che lo ha portato a superare qualsiasi ostacolo nel suo lungo cammino per diventare un campione. Allo stesso tempo era un padre che, nonostante la continua pressione dei tifosi e della squadra che aveva grande fiducia in lui come guida per la vittoria, riusciva a dare grandissime attenzioni alle figlie, una delle quali purtroppo morta nell'incidente.

Nell'elicottero non erano, però, presenti solamente Kobe e la figlia soprannominata "Gigi" per le origini italiane del padre, ma altre sette persone, anche loro vittime di una terribile catastrofe. Eppure al Pacific View Memorial Park sul grande schermo furono proiettati solo i nomi del fuoriclasse dell'Nba e della figlia giovane promessa.

E' forse giusto che solamente Kobe Bryant e la figlia, grazie alla loro grandissima popolarità, siano stati ricordati mentre gli altri sono stati lasciati nel dimenticatoio? La morte non dovrebbe rappresentare, come disse il grande Totò, una livella ?


Voglio adesso ricordare tutte le vittime di quel terribile incidente.

John Altobelli era l’allenatore della squadra di baseball dell’Orange Coast College. Era in viaggio verso la Mamba Academy con sua moglie Keri e Alyssa - la figlia che giocava a pallacanestro nella stessa squadra di Gianna; anche Alyssa era una grande promessa del basket.








Allenatrice da diverso tempo, Christina Mauser aveva lavorato anche con giocatrici della WNBA, oltre a gestire la squadra di giovani giocatrici di cui facevano parte anche Gianna e Alyssa. Era Madre di tre bambini.








Ara Zobayan era il pilota. “Kobe non avrebbe permesso a nessuno se non a lui di pilotare l’elicottero”, racconta ancora sotto shock Darren Kemp - allievo di Ara Zobayan e uno dei piloti che più volte avevano portato in giro Kobe in elicottero.




A bordo erano presenti anche Sarah e Payton Chester. “Sarah e Payton erano la luce della nostra famiglia”, raccontano dalla scuola frequentata dalla ragazza di soli 13 anni. “Payton illuminava una stanza con il suo sorriso, con la sua passione per la pallacanestro”. Anche lei, infatti, giocava con Gianna e stava andando alla partita assieme a sua madre. Questo il messaggio che il piccolo Riley ha affidato ai social - rimasto senza madre e sorella dopo l’incidente: “Siete state la migliore famiglia che potessi mai desiderare di avere. Vi amo e vi amerò per sempre, riposate in pace”.


E' giusto che anche tutti loro siano ricordati.

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