Sandro Pertini: il Presidente più amato dagli Italiani
In attesa di un nuovo Presidente ricordiamo uno dei più popolari
Importante, in questo momento di stallo elettorale, ricordare uno dei presidenti che ha fatto la storia della Repubblica Italiana, Sandro Pertini.
Sandro Pertini, il cui nome completo è Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, rimane in carica dal 1978 al 1985. Nasce nel 1896, si laurea in giurisprudenza e partecipa alla prima guerra mondiale. Durante quest’ultima si distingue per le sue prodezze sull’Isonzo per le quali viene proposto per la Medaglia al valore, non subito riconosciuta a causa della sua tendenza socialista. Nel primo dopoguerra aderisce al Partito Socialista Unitario di Filippo Turati e, negli anni del fascismo, diviene convinto antifascista. A causa di questa opposizione, viene perseguitato da Mussolini, che lo costringe all’esilio fino al 1943, anno della caduta del regime fascista. Una volta tornato in patria, contribuisce a ricostruire il P.S.I. e a fondare, con Pietro Nenni e Lelio Basso, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.
Diviene un partigiano e un membro attivo all’interno del Comitato di liberazione Nazionale, partecipando alla battaglia di Porta S. Paolo per liberare Roma dall’occupazione tedesca. Dopo essere stato catturato dalle forze nazifasciste, viene liberato dai partigiani delle Brigate Matteotti. Lotta coraggiosamente con tutti i partigiani d’Italia e, dopo la guerra, diviene Presidente della Repubblica italiana mantenendo la fede negli ideali di libertà e giustizia che contraddistinguono la sua vita.
Pur essendo tra gli esponenti più importanti del P.S.I. e pur avendo contribuito alla sua fondazione, durante, e anche successivamente, la carica non aderisce nuovamente al partito, per porsi al di sopra delle parti ed essere imparziale, senza rinnegare, però, la sua appartenenza al socialismo.
Durante la sua carica mostra la sua umanità in svariate occasioni, come quella del terremoto del 1980 che devasta Irpinia; fa sentire la sua vicinanza alla popolazione distrutta e riconosce i ritardi e gli errori dello Stato con quella sincerità e quella concretezza che caratterizzano questa figura politica. Sempre dalla parte del popolo, egli sostiene fermamente che senza giustizia sociale non c’è libertà, che gli Italiani devono essere generosi con i più sfortunati e che bisogna impegnarsi per il disarmo e la pace. Egli mostra grande rispetto verso il popolo anche quando in Calabria viene fatto sindaco un uomo legato a una famiglia mafiosa, occasione nella quale invita l’Italia a non confondere il Meridione con una terra di criminalità organizzata, ricordando tanti suoi compagni valorosi nella lotta antifascista. Con la stessa naturalezza e autenticità, partecipa alle vittorie italiane, come quando gli “Azzurri” vincono i mondiali nel 1982.
La pipa di Pertini e la sua passione politica sono ancora vivi nel cuore degli italiani che lo hanno conosciuto.
L’Italia spera che il nuovo Presidente eredi la sua forza, la sua coerenza intellettuale e la sua onestà morale.
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