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Quirinale 2022: (prevista) fumata nera alla terza votazione

Roma: al terzo voto diminuiscono le schede bianche e cresce Mattarella. Domani, giovedì 27 gennaio alle 11, quarta chiamata elettorale con quorum 505.



Alle 11 di mercoledì 26 gennaio nell’ Aula di Montecitorio, sede della Camera dei deputati, si sono aperte le urne per la terza votazione relativa all’ elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica italiana. Dopo i sette anni al Quirinale di Sergio Mattarella, lunedì 24 gennaio è iniziata l’elezione del presidente della Repubblica del 2022. Si svolge una sola votazione al giorno (rispetto alle solite due) a causa della pandemia.

I grandi elettori sono 1009 (1008, per la morte del deputato salernitano di FI Vincenzo Fasano avvenuta lo scorso 23 gennaio) di cui 630 deputati, 321 senatori (315 più i senatori a vita che oggi sono Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Mario Monti, Liliana Segre e Carlo Rubbia) e 58 delegati regionali (eletti dai relativi consigli). Il quorum è pari ai due terzi dell’assemblea, cioè a 673 voti su 1009, per i primi tre scrutini ed alla metà più uno (maggioranza assoluta), pari a 505 voti dalla quarta votazione in poi. Nessuno schieramento politico presenta un numero di elettori tale da eleggere da solo il presidente. Infatti il Centrodestra ha in totale 453 elettori ed il Centrosinistra ne ha 405. Restano l’area del centro con un totale di elettori uguale a 57 e l’ex M5S con all’incirca 65 elettori.

Dopo le fumate nere di lunedì e martedì anche nella votazione odierna il quorum non è stato raggiunto. Il calcolo dei voti, effettuato personalmente dal presidente della Camera Roberto Fico, è iniziato dopo le 14 ed è terminato con un’altra mancata elezione. La votazione nulla era stata prevista; infatti ieri sia gli esponenti del Centrodestra che quelli del Centrosinistra avevano dichiarato di votare scheda bianca.

Tuttavia la terza chiamata ha registrato una crescita dei consensi a favore di Mattarella. Il Capo dello Stato uscente ha ottenuto 125 voti senza che fosse arrivata alcuna indicazione sul suo nome da parte dei partiti; a seguire Guido Crosetto, il candidato di bandiera di Fratelli d’ Italia, con 114 voti, Paolo Maddalena con 61 consensi e Pierferdinando Casini che ne ha ottenuti 52. Il numero delle schede bianche ha superato di poco quota 400 riducendosi notevolmente, mentre 22 sono state quelle nulle e altri 84 i voti dispersi. Nel Parlamento riunito in seduta comune (è così che si elegge il Capo dello Stato) sono stati presenti 978 grandi elettori tutti votanti. La terza votazione è stata caratterizzata da un colpo di scena: il Centrodestra si è diviso. I grandi elettori di FdI, il partito di Giorgia Meloni, decidono di dare i propri voti a Crosetto, uno dei fondatori del partito, nonostante, la sera precedente la stessa Meloni aveva dichiarato che la coalizione avrebbe appoggiato il magistrato Carlo Nordio per dare compattezza allo schieramento e per contrastare il Centrosinistra. Nordio, infatti, insieme alla vicepresidente della Lombardia Letizia Moratti, ed a Marcello Pera l’ex presidente del Senato, è tra i candidati proposti dal Centrodestra per la carica di presidente della Repubblica. Tale scelta avrebbe portato l’intero Centrodestra a sostenere Nordio anche nelle votazioni seguenti e ciò non era stato concordato in anticipo. In questo contesto è maturata la decisione di FdI che ha puntato su un proprio candidato, Crosetto, che con 114 preferenze ha superato di gran lunga i 63 voti detenuti sulla carta dal partito di Giorgia Meloni. Dopo la terza fumata nera arriva la presa di posizione di Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, che si è fermamente opposto alla proposta di far concorrere al Quirinale Elisabetta Casellati, presidente del Senato. Secondo Letta la candidatura della seconda carica dello Stato è debole addirittura all’ interno della stessa coalizione di Centrodestra.

Per il terzo giorno consecutivo il Parlamento non riesce ad eleggere il nuovo capo dello Stato. L’ assemblea non può essere sciolta e si procederà ad oltranza ricominciando domani, giovedì 27 gennaio alle ore 11, con la quarta votazione in cui sarà necessario un quorum diverso. Oggi, infatti, è stato l’ultimo scrutinio nel quale era richiesta una maggioranza dei due terzi pari a 673 voti, mentre da domani il quorum scende a 505 voti.

Dunque nulla di diverso dal solito dato che di regola si entra nel vivo dell’elezione dal quarto scrutinio: solo Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi sono stati eletti con la maggioranza dei due terzi.

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