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Marcus Rashford, l'eroe inglese

Per molte persone il calcio è solo uno stupido sport, con 22 persone che inseguono in mutande un pallone per tirarlo in un'inutile rete. Si sbagliano.

In realtà il calcio è un mondo fantastico che esprime sentimenti, regala emozioni, dona gioie e infligge dolori. Un coacervo di sensazioni che nessun altro sport può regalarti. È uno sport che regala a tutti noi storie e personaggi da romanzo. Ci sono giocatori che prima di iniziare a giocare erano poveri e vivevano di espedienti con lavori davvero umili per guadagnarsi da vivere. Il calcio ha completamente trasformato la loro vita rendendoli ricchissimi senza fargli, però, perdere i valori ai quali avevamo , anche loro malgrado , ispirato la loro esistenza.

E' il caso di Marcus Rashford, un calciatore in forza al Manchester United che, a soli 23 anni, si sta facendo conoscere in tutto il mondo per la sua tecnica, la sua audacia e la sua grinta, oltre all'incredibile spirito di squadra che lo contraddistingue rendendolo diverso da molti altri giocatori. Nato il 31 ottobre 1997, sin da piccolo mostra una grande passione per il calcio e così il padre lo convince a iscriversi a una scuola calcio locale: la Fletcher Moss Rangers, dove il padre Robert allenava. A soli 4 anni, quindi, inizia a giocare facendo subito capire che era a un livello superiore rispetto agli altri. L'Academy Scout del Manchester United vide questo ragazzo molto bravo tecnicamente, ma prese tempo perché era fisicamente meno sviluppato rispetto ai suoi compagni. Il suo sviluppo fisico, infatti, arrivò tardi, nell'adolescenza, e, dopo averlo visionato per una manciata di anni, i Red Devils lo acquistarono. Così entrò nel settore giovanile del Manchester United e un anno dopo, a 14 anni, vinse la Fa Youth Cup under 16 da protagonista assoluto. In 3 anni passa in tutte le squadre delle giovanili seminando il panico nelle difese avversarie.

Nella stagione 2014/2015 esordisce con la squadra primavera in Fa Youth Cup contro il Tottenham e segna subito. L'annata dopo è titolare della prima squadra e segna 4 gol in 13 partite tra Uefa Youth League e Under 21 Premier League. Poi, nella seconda metà di stagione, arriva la svolta: Louis Van Gaal, allora allenatore del Manchester, visti i molteplici infortuni nel reparto offensivo, decide di convocarlo per la partita di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Midtjylland. Lo United, ad Old Trafford, deve rimontare la clamorosa sconfitta per 2-1 in Danimarca all'andata. La squadra danese va addirittura in vantaggio con il gol di Pione Sisto. 5 minuti dopo, al 32esimo, i Red Devils pareggiano con l'autogol di Bodurov e da lì è Rashford-show: segna, al 63 e 75esimo, due gol da vero rapinatore d'area e con tante altre grandi giocate fa capire alla gente di Manchester il grande giocatore che è. Quei due gol in UEL lo hanno fatto diventare il marcatore più giovane della storia del club in quella competizione, superando il grande campione George Best.

La vera consacrazione di Marcus arriva 3 giorni dopo, in Premier League. Il Manchester United ha bisogno di punti per agganciare la zona Champions e ad Old Trafford arriva l'Arsenal, secondo in campionato. Rashford segna, tra il 29esimo e il 32esimo, i suoi primi due gol in Premier dando il via alla vittoria per 3-2 contro i Gunners. Così, l'anglo-nevisiano, diventa il terzo marcatore della storia del Manchester United in Premier League. Il 20 marzo diventa il marcatore più giovane della storia del derby di Manchester con un gol decisivo per la vittoria finale contro i Citizens. L'anno dopo entra in pianta stabile in prima squadra e, sotto la guida di Mourinho, come spalla di Ibrahimovic vince l'Europa League. Mou e Ibra sono stati molto importanti per la sua crescita e il campione li definisce gli uomini chiave per la crescita della sua mentalità. Ora Marcus è ai box per un infortunio, ma è la punta di diamante dell'undici di Ole Gunnar Solskjaer che, nonostante alcune clamorose cadute, sta convincendo la dirigenza. Marcus vanta 201 partite con i Red Devils condite da 64 gol e 32 assist. Ha dichiarato molte volte di voler rimanere e vincere ad Old Trafford rifiutando più volte contratti milionari da parte di altri top club europei.

La sua carriera per quanto già fulgida si staglia rispetto a quella di tanti giovani campioni che, dopo aver esordito come lui nei massimi campionati, spesso sviluppano un egocentrismo incontrollato che non li fa più rendere come una volta.

È più facile, infatti, trovare campioncini in erba che un calciatore giovane che, seppur pagato tantissimo, riesca ad avere comunque un cuore d'oro anche nei momenti più difficili. Rashford si è fatto conoscere non solo per i suoi numerosi gol, assist e prestazioni da incorniciare, ma anche per il suo significativo contributo offerto nei mesi del lockdown, quando ha aiutato economicamente molte famiglie senza soldi e bisognose di un posto dove stare. Per questa straordinaria generosità ha avuto l'onore di ricevere pubblicamente elogi dalla Regina Elisabetta ed a lui sono stati dedicati murales, quadri, opere d'arte diventando una fonte d'ispirazione per molti bambini.

Rashford è un piccolo-grande eroe che, grazie al calcio, è passato dall'essere un misero ragazzo nato e cresciuto in una povera periferia ad un vero e proprio eroe inglese. Chi è un eroe lo è sempre, anche quando vive in una piccola periferia. La vera differenza è che questi eroi non li conosce nessuno e il merito di Rashford è anche quello di farci sapere che esistono. E' a questi giovani che dobbiamo ispirarci per fare sempre del nostro meglio per noi stessi e per gli altri.


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