Pena di morte: un crimine orrendo contro la dignità dell’ essere umano
10 ottobre, Giornata mondiale contro la pena di morte. Quest’ anno è dedicata alle donne
”Non è utile la pena di morte per l’ esempio di atrocità che dà agli uomini”. Così scriveva Cesare Beccaria, giurista italiano del Settecento nel suo trattato “Dei delitti e delle pene” in cui dimostrava e spiegava l’inutilità della tortura e della pena capitale. In maniera analoga, oggi, l’ Unione Europea, in occasione del 10 ottobre che dal 2003 è la Giornata mondiale contro la pena di morte, ribadisce la sua ferma opposizione alla pena capitale in qualunque circostanza ritenendola una punizione crudele, inumana e degradante a cui, come sottolinea l’ articolo 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nessun individuo deve essere sottoposto. In questa circostanza il movimento abolizionista globale si riunisce per sostenere la richiesta di abolizione universale della pena capitale per chiunque e per qualunque tipo di crimine.
Obiettivo del 10 ottobre è anche quello di rafforzare le coscienze contro questa ripugnante pratica che viola il diritto alla vita, può essere inflitta a innocenti ed il suo uso smisurato contro poveri ed emarginati si trasforma in un atto di discriminazione. Infatti spesso le persone più deboli della società non hanno i mezzi per permettersi un’efficace difesa o addirittura si trovano nell’ impossibilità di averne una. Tali condanne colpiscono particolarmente persone che soffrono di problemi psichici o che appartengono a minoranze etiche oppure religiose. Anche la discriminazione basata sul genere colpisce le donne in relazione al sistema penale. Ed è proprio alle donne che è dedicata la Giornata mondiale 2021. Infatti le donne, essendo vittime di pregiudizi e molteplici forme di disuguaglianza, sono svantaggiate anche sulle eventuali sentenze capitali e, nonostante siano soggette a violenze, durante i processi non hanno attenuanti in relazione a questi abusi.
L’ abolizione della pena di morte è innanzitutto una questione di volontà politica e purtroppo ancora numerosi sono i paesi che non vogliono abolirla. L’ Asia e l’ Africa sono i continenti dove le esecuzioni sono più frequenti. In particolare molto grave si presenta la situazione in Cina che detiene il macabro record delle esecuzioni, anche se non vi è l’ ufficialità in quanto i dati sulla pena di morte rimangono un segreto di Stato. Ad allungare la lista dei paesi in cui vige la pena capitale ci sono anche democrazie consolidate come Giappone e Stati Uniti. Tuttavia la Virginia ha detto basta alla pena capitale, diventando il 23esimo stato abolizionista degli USA. Inoltre il procuratore generale statunitense ha imposto una sospensione
sulle esecuzioni e la presidenza Biden ha espresso l’ intenzione di abolirla in tutta la federazione. Sono passi importanti anche perché i paesi non abolizionisti giustificano la loro posizione proprio in riferimento agli Stati Uniti, un paese il cui sistema giuridico è valutato efficiente e privo di errori. In tutti gli Stati membri dell’ Unione Europea e del Consiglio d’ Europa è vietata la pena di morte. In Europa l’ unico Stato che ancora ne consente l’ applicazione è la Bielorussia.
Per la prima volta al mondo la pena di morte è stata vietata il 30 novembre 1786 ad opera del Granducato di Toscana, governato da Leopoldo II che la ritenne “un atto conveniente solo ai popoli barbari”. Dal 2001, proprio il giorno 30 novembre la Comunità di Sant’ Egidio di Roma promuove un evento internazionale che coinvolge oltre 2000 città in tutto il mondo ed ha come fine l‘abolizione della pena di morte a livello globale. In tale occasione si ha la straordinaria illuminazione del Colosseo che già si illumina ogni volta che un paese cancella dal proprio ordinamento la pena capitale o un condannato a morte vede commutata la sua pena in ergastolo.
E’ stato dimostrato, attraverso l’ esperienza dei paesi abolizionisti che la pena di morte non scoraggia il commettere atti violenti né contribuisce a creare una società più sicura. Pertanto non costituisce un deterrente, anzi alimenta un ciclo di assurda violenza e rende irreversibili gli errori giudiziari. Infatti nessun sistema giuridico è esente da errori e molte sono state le persone giustiziate nonostante la loro innocenza. Non ci sarà giustizia nel mondo finché la pena di morte non verrà bandita perché una pena non deve essere crudele, ma infallibile.
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