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  • Immagine del redattoreCATERINA MARIA RACHE MONTELLA

Non è successo a noi

Aggiornamento: 10 lug 2022

Per non dimenticare la guerra in Ucraina


Quelle immagini si ripetono davanti a me come un film che sono obbligata a vedere: Piazza della libertà a Kharkiv ed a Salerno.

Le guardo e riguardo e ho come l'impressione di restare sempre al punto di partenza. "Ma tu non preoccuparti perché non è successo a noi". Non è successo a noi, non è successo a noi, no? Lo ripeto anche io, eppure non riesco a convincermene. Davvero non è successo a me? Quella piazza non era anche la mia? Quella piazza non rappresenta ciò per cui combatto anche io, ciò per cui combattiamo tutti noi: la libertà? Sì, quella piazza si chiama libertà e io non riesco a passarci sopra. Si chiama libertà, lo capite o no? Sotto quelle macerie c'è tutta la vita di persone che sono uguali a noi. Una vita fatta di felicità, tristezza, rabbia, una vita spazzata via in un attimo da una bomba o un colpo di pistola... una vita che con la dignità di pochi urla ancora libertà. Lo urla sotto le macerie, lo urla sopra chi gli urla guerra, lo urla ed è così forte che quel grido lo sentiamo ogni giorno ma continuiamo ad evitarlo credendo di poter fuggire. Sapete Pablo Neruda diceva: "Le guerre sono fatte da persone che si uccidono ma non si conoscono, guidati da ideali di persone che si conoscono ma non si uccidono", ma io non ci credo, non voglio credere che quelle persone non si conoscono. Sono uguali, come fanno a guardarsi ed a non riconoscersi? Hanno gli stessi occhi, lo stesso sguardo che chiede pietà anche se la divisa è di un altro colore...

"E mentre marciavi con l'anima in spalle

vedesti un uomo in fondo alla valle

che aveva il tuo stesso identico umore

ma la divisa di un altro colore

Sparagli Piero, sparagli ora

E dopo un colpo sparagli ancora

Fino a che tu non lo vedrai esangue

Cadere in terra a coprire il suo sangue".

Ecco, lo diceva anche De André anni fa, ne è trascorso di tempo, eppure siamo sempre allo stesso punto.

Nuovo giorno, nuove immagini: stazione di Kiev, persone stese in cerca di un riparo dalle bombe. Le immagini che vedevo sul libro di storia sono adesso realtà e io non riesco a crederci. La rabbia mi pervade e mi rimbombano in testa le parole del presidente Zelens'kyj durante il suo discorso al parlamento europeo: "Siete con noi? Dimostrartelo". Come posso dimostrarlo? Come? Non posso e forse non voglio. Mi limiterò a vivere nell'ipocrisia di chi è in guerra da prima dell'Ucraina e si gira dall'altra parte.





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