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Ministero delle Culture, della Decolonizzazione e Depatriarcalizzazione: un trionfo della Bolivia

27/11/2020 - Marta Zabatta

“Ciò che di più importante hanno i boliviani: la cultura”.

Sono le parole del presidente della Bolivia, il socialista Luis Arce, eletto al primo turno e con oltre il 50% dei consensi alle elezioni tenutesi nell’ ottobre scorso. Dopo il golpe bianco dei liberali, avvenuto nel 2019 e che aveva costretto alle dimissioni e all’ esilio l’ ex Presidente socialista Evo Morales, primo presidente indigeno, la Bolivia è precipitata in una crisi economica e sociale. Il nuovo governo boliviano ha introdotto delle misure sociali per il ripristino dell’ ordine del Paese; inoltre, in seguito alla fusione dei Ministeri delle Energie e degli Idrocarburi, ha trovato i fondi per la ricostituzione del Ministero delle Culture e del Turismo creato nel 2009 dall’ allora Presidente Morales e poi soppresso dal suo successore, la Presidente Jeanine Anes Chavez, intenzionata ad attuare pericolose politiche discriminatorie nei confronti delle etnie Aymara e Quechua. Il governo di Arce ha deciso anche di cambiare il nome e di attribuire nuove funzioni al Ministero che si chiama Ministero delle Culture, Decolonizzazione e Depatriarcalizzazione. La creazione di tale dicastero rappresenta la naturale prosecuzione della battaglia portata avanti da Morales per l’inclusione sociale della popolazione indigena che, in Bolivia, rappresenta il 49% del totale. Morales aveva, infatti, modificato l’ apparato istituzionale del Paese, definendolo uno Stato plurinazionale. Così le comunità indigene sono state riconosciute e tutelate dallo Stato, acquisendo autonomie e diritti.

La guida del nuovo Ministero è stata affidata a Sabina Orellana Cruz, di origine indigena e leader della Confederazione Femminile, la prima associazione di donne contadine indigene del Sudamerica, creata per rendere tali donne partecipi delle decisioni politiche. Pertanto la figura della nuova Ministra rappresenta la sintesi dei nuovi obiettivi del nuovo Ministero del governo di Arce: la decolonizzazione e la depatriarcalizzazione. Infatti la neo Ministra Orellana, orgogliosa delle sue radici indigene, in quanto è una quechua, intende combattere il razzismo, i residui di colonialismo e di cultura patriarcale presenti nel Paese e riaffermatisi dopo l’ avvento al potere del governo golpista liberale, suprematista bianco e fondamentalista evangelico.

Difatti durante la dittatura di Anez i gruppi di estrema destra hanno attuato atti di violenza e razzismo contro le donne indigene. Di tali azioni dovranno rispondere, in quanto la Ministra Orellana ha annunciato l’ apertura di indagini. L’ obiettivo di Sabina Orellana è la fine del razzismo istituzionale e la realizzazione di una pacifica convivenza nella quale non esiste una donna o un uomo inferiori perchè diversi. Auspica l’ affermazione di una Bolivia decolonizzata, depatriarcalizzata ed orgogliosa delle sue radici e della sua cultura indigena.

Il riconoscimento delle comunità indigene rappresenta una questione centrale dell’ America Latina. Pertanto la creazione del Ministero delle Cultur, della Decolonizzazione e Depatriarcalizzazione segna un grande trionfo per tutto il continente Sudamericano e costituisce un esempio per gli altri Paesi che stanno progredendo nel campo dell’ affermazione dei diritti delle popolazioni indigene, con la speranza di risolvere il problema che il celebre scrittore cileno Luis Sepulveda ha definito ”le vene aperte dell’ America Latina”.

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