Migrante di 17 anni sopravvive per 22 giorni in mare senza cibo né acqua

Aicha, una migrante di 17 anni, è sopravvissuta in mare aperto per ben 22 giorni senza mangiare né bere ed è stata ritrovata su una barca circondata da cadaveri

Il 26 Aprile l'equipaggio di un elicottero dell'aeronautica spagnola ha avvistato, a 500 chilometri a sud-ovest dell'isola di El Hierro, nell'arcipelago delle Canarie, una piccola imbarcazione di legno accerchiata da circa 24 cadaveri, ospitante tre ragazze in fin di vita.

"Non avevamo neanche più la forza di buttare i corpi in mare" afferma Aicha, una delle tre superstiti, che nel suo straziante racconto ci fa ripercorrere un tragico viaggio iniziato in Mauritania e che avrebbe dovuto avere come destinazione le coste spagnole.

Questa è l'ennesima e anche una delle più catastrofiche tragedie in mare che vede protagonisti i poveri migranti che viaggiano nella speranza di trovare una vita migliore. Erano partiti in 59 dalle coste della Mauritania, 3 sono state le superstiti, 24 i cadaveri ritrovati e 32 quelli dispersi nell'oceano. "Due giorni dopo la partenza" - afferma Aicha nella sua intervista alla BBC - "non avevamo più né acqua né cibo. A bordo c'erano uomini che non riuscivano più a stare in piedi e gridavano per la sete".

Qualcosa sembrerebbe non essere andato secondo i piani poiché il barcone, quando è stato ritrovato, era totalmente fuori rotta. L'imbarcazione era partita con 42 litri d'acqua e cibo sufficiente per 3, al massimo 4, giorni, solitamente il tempo necessario per giungere all'isola di Gran Canaria.

Questo avvenimento mi amareggia poiché, ancora una volta, la vita degli esseri umani sembra non avere nessuna importanza per coloro che sono responsabili del viaggio e dell'organizzazione dei migranti.