Maria Grazia Cutuli, storia di una donna che ha dato la vita per l'informazione
Aggiornamento: 20 nov 2020
Diciannove anni fa moriva assassinata sulla strada per Kabul la giornalista Maria Grazia Cutuli inviata dal Corriere della Sera in Afghanistan per raccontare i bombardamenti americani in risposta all'attentato delle torri gemelle dell'11 settembre 2001.
Maria Grazia aveva chiesto al suo direttore di prolungare la sua permanenza in quel luogo perché aveva fatto una scoperta pericolosa, un deposito di gas nervino in una base di Osama Bin Laden, e voleva approfondire le sue ricerche. Il destino volle che il suo articolo sul gas nervino fosse pubblicato in Italia il giorno della sua morte. La donna si trovava in macchina con altri tre giornalisti e l'autista quando il gruppo subì l'agguato. I quattro giornalisti furono barbaramente uccisi a colpi di kalashnikov. L'attentato non rimase impunito, infatti, a distanza di qualche anno, tutti gli esecutori furono condannati: due, dopo un processo, a ventiquattro anni di reclusione, mentre l'esecutore materiale a morte nel proprio paese di origine, secondo le leggi locali.
Maria Grazia è ancora ricordata da tutti con grande stima e affetto. A lei sono stati dedicati dei premi alla memoria e altri riconoscimenti a livello nazionale.
La vita di Maria Grazia Cutuli
Nasce a Catania il 26 ottobre 1962. Si laurea con 110/110 e lode all'Università di Catania con una tesi su Spazio e potere di Michel Foucault. La sua carriera di giornalista comincia nel 1986, nel principale quotidiano della Sicilia orientale, "La Sicilia" e conduce l'edizione serale del telegiornale dell'emittente televisiva regionale Telecolor International. Si trasferisce poi a Milano, dove inizia a lavorare per il mensile "Marie Claire". Ottiene contratti a termine dal mensile "Centocose" e dal settimanale "Epoca". Dopo quattro contratti a termine, nel 1999 viene assunta a tempo indeterminato alla redazione esteri del "Corriere della Sera".
(fonte:biografieonline)
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