Madres de Plaza de Mayo, la storia delle donne argentine che sfidarono il regime

Accadde oggi la protesta delle donne argentine, madri e mogli dei desaparecidos, le persone che venivano catturate e uccise durante la dittatura

Negli anni della dittatura argentina, dal 1976 fino al 1983, ci furono circa trentamila desaparecidos (scomparsi), dissidenti politici che venivano catturati e condotti in campi di prigionia dove, dopo numerose torture, venivano uccisi e poi sotterrati in fosse comuni o gettati in mare. Le persone vittime della cosiddetta “guerra sporca” non ebbero la possibilità di vedere i propri familiari un’ultima volta e di loro non si seppe mai nulla.

Il 30 aprile 1977 le donne argentine decisero di fare qualcosa per fermare la cattura dei loro figli e mariti. Scesero in Plaza de Mayo, piazza principale della capitale argentina, e sfidarono coraggiosamente il regime che le aveva private delle loro famiglie. Si trattava di tredici donne, col capo coperto da un velo bianco, che ogni giovedì si ritrovavano nei pressi della sede del Governo argentino per protestare. Il coraggio di queste madri fu, però, fatale per alcune di loro. Infatti, nel dicembre di quello stesso anno, furono uccise tre delle “Madres de Plaza de Mayo” dopo essere stare imprigionate.

Il loro sacrificio non fu vano. Infatti, le proteste ripresero e continuarono anche con il ritorno della democrazia per mantenere vivo il ricordo di tutte le vittime della dittatura militare. Gli argentini combattono tuttora per la verità. Purtroppo ci sono ancora molti dubbi da chiarire, perché in quel periodo furono fatte sparire tutte le prove e risulta, quindi, difficile risalire al reale numero di vittime. Quelle accertate sono undicimila, ma secondo il movimento a perdere la vita furono trentamila persone. Finché non si otterrà la verità, il movimento delle Madres de Plaza de Mayo e tutti gli argentini continueranno la loro marcia per la giustizia