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Louis Braille e Helen Keller: una svolta per i non vedenti

Louis Braille, nato a Coupvray il 4 gennaio del 1809, è stato un inventore francese; ideò il codice Braille, che da lui prese il nome, utilizzato per la scrittura e la lettura dalle persone non vedenti. Un incidente rese cieco Louis all'età di 3 anni. Ragazzo brillante imparò da solo a suonare il violoncello e il pianoforte. Nel 1819 fu mandato in una scuola per ciechi a Parigi: la sua biblioteca aveva solo 14 libri con grandi lettere in rilievo la cui lettura richiedeva molto tempo.

Un capitano dell'esercito in visita raccontò agli studenti il ​​suo codice per l'invio di messaggi scritti di notte sul campo di battaglia. I punti e i trattini in rilievo sostituivano i suoni, quindi non era necessaria la luce, ma una singola parola poteva richiedere 100 punti! Il dodicenne Louis pensò che un codice più semplice potesse aiutare i ciechi. Trascorse tre anni a sviluppare il suo sistema a sei punti, che consente ancora oggi agli studenti ciechi di leggere e scrivere senza aiuto. Anche le persone vedenti possono usarlo.

Louis divenne un insegnante e pubblicò il primo libro in Braille nel 1829, quando aveva 20 anni. Seguirono altri libri che aprirono il mondo ai non vedenti. Oggi il Braille è utilizzato in molti posti, inclusi ascensori e bancomat. C'è persino un artista di graffiti braille in Francia. La Giornata Mondiale del Braille si celebra ogni anno il 4 gennaio, giorno del compleanno di Louis. Verrà spontaneo chiederci, più nel dettaglio, cosa sia il braille, ebbene ora andremo ad approfondire questo particolare: Il Braille (pronunciato "brale") è un modo di leggere e scrivere che utilizza il tatto, non la vista. Lettere, numeri e altri simboli hanno ciascuno un "codice" di massimo sei punti. I punti sono perforati attraverso la carta e possono essere percepiti sull'altro lato. Circa 700.000 americani di età inferiore ai 21 anni sono ciechi o hanno gravi problemi di vista, anche quando indossano gli occhiali. Il braille consente loro di leggere e scrivere da soli. Prima della sua invenzione, quasi 200 anni fa, la maggior parte dei ciechi era analfabeta o incapace di leggere o scrivere. Le loro vite erano molto difficili. Al suo apice negli Stati Uniti, la metà di tutti i bambini ciechi ha imparato il Braille, noto anche come "lettura con le dita". Quel numero iniziò a diminuire negli anni '60, in parte a causa della mancanza di insegnanti. I computer e i nuovi gadget high-tech ci fanno chiedere se i giorni del braille siano contati.

Per cogliere il valore del braille basta vedere la storia di Helen Adams Keller. Nata a Tuscumbia il 27 giugno del 1880, è stata una scrittrice, attivista e insegnante statunitense, sordo-cieca dall’età di 19 mesi. Alla sua vicenda, e a quella dell'istitutrice che le insegnò a interagire con il mondo esterno così da poter affrontare gli studi fino alla laurea, fu dedicato il romanzo Anna dei miracoli, da cui furono tratti sia un film che una rappresentazione teatrale, entrambi con lo stesso nome del romanzo.

Una cosa che Helen aveva a suo favore era la grinta. Con l'aiuto instancabile della sua insegnante, Anne Sullivan, Helen si è evoluta da bambina selvaggia a studentessa modello. Ha imparato l'ortografia e il Braille con le dita. Ha imparato diverse lingue straniere e ha frequentato un famoso college, è stata il primo sordo e cieco a farlo, diplomandosi con lode nel 1904.

Ha viaggiato per il mondo e ha scritto libri e articoli sulla sua vita e sui suoi interessi. Ha incontrato re e presidenti, ha fatto tournée in tutto il paese e ha raccolto fondi per i ciechi.

La sua immagine appare nel quartiere dello stato dell'Alabama, il suo stato d'origine, e una sua statua si trova al Campidoglio degli Stati Uniti. Lei e Sullivan sono sepolte insieme nella Cattedrale Nazionale di Washington.

L'Helen Keller Kids Museum online (braillebug.afb.org/hkmuseum.asp) ha molto di più su questa donna straordinaria: passioni, hobby e tanto altro.



Il braille è, a parer mio, una delle invenzioni più utili che sia mai stata ideata, non solo permette ai non vedenti di studiare al meglio e di imparare a leggere, ma gli permette anche di non sentirsi diversi, emarginati; pensiamo solo un attimo come si possa sentire un bambino cieco che sa che i suoi amici studiano e imparano leggendo e lui non può farlo. il Braille è importante non solo dal punto di vista scolastico ma anche sociale ed è per questo che io, dal mio punto di vista, farei imparare questa scrittura anche ai ragazzi che non ne hanno bisogno, perché un nostro piccolo sforzo potrebbe offrire un enorme aiuto a qualcun altro che ne necessita.





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