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  • martazabatta

Libertà … dolore … libertà

Aggiornamento: 10 lug 2022

Per non dimenticare la guerra in Ucraina


Svegliarsi con la luce, ma non quella del sole; è il bagliore degli incendi causati dallo schianto dei missili. Vivere con l’angoscia e con la consapevolezza che “ogni giorno per qualcuno questo può essere l’ ultimo giorno”, come ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj in occasione del suo discorso al Parlamento europeo tenuto attraverso un video-collegamento. La paura, lo sgomento, la coscienza di non poter avere un futuro sono le vivide sensazioni che pervadono l’animo di chi è costretto a convivere una realtà assurda: la guerra.

A Kharkiv, città dell’ Ucraina orientale, c’è la piazza più grande d’Europa: Piazza della Libertà. “Due missili hanno colpito la piazza a Kharkiv; questo è il prezzo della libertà” afferma Zelens’kyj non senza afflizione, un sentimento che, ormai, accomuna tutti i cittadini ucraini al loro presidente. Anche a Salerno, città dell’Italia meridionale, esiste una piazza con il medesimo titolo. Entrambe immense come sconfinato è il concetto racchiuso nel loro nome, quel valore sociale, umano e religioso, quella capacità di ognuno di agire secondo i propri valori, criteri ed in funzione della propria volontà. Ecco cosa è stato distrutto a Kharkiv: la libertà dell’ uomo. Le immagini accostate delle due piazze: Piazza della Libertà a Salerno, nata da non molto e quella a Kharkiv, da poco ridotta in macerie. A Salerno esiste l’essere liberi; a Kharkiv della libertà resta solo un’accesa speranza.

Una vita intera racchiusa in una valigia: è questa la condizione dei cittadini ucraini, costretti a fuggire, ad abbandonare le loro case, a dover scegliere pochissimi oggetti da portare via con loro, a lasciare i loro ricordi, la loro quotidianità, il loro vissuto.

Scappano e si rifugiano nei sotterranei, nelle metropolitane, come sta accadendo a Kiev, capitale ucraina. Un luogo di passaggio è diventato come un alloggio per le persone in attesa di riprendere il cammino verso la salvezza. La gente è distesa a terra, rintanata sotto le coperte per ripararsi dal freddo. Queste immagini rievocano lo stesso scenario della metropolitana di Londra durante la Seconda Guerra Mondiale. I volti delle persone sono uguali: pieni di disperazione. L’angoscia opprime lo spirito al pensiero di non poter ritornare nella propria terra oppure, qualora si potrà rimpatriare, di non trovare più la propria casa, i sacrifici di una vita ridotti a un cumulo di macerie. Tuttavia la speranza per il futuro è sempre accesa: ci si augura di superare l’immane tragedia, di attraversare il tunnel lungo e tenebroso nel cui fondo si vede la luce. Quel chiarore che fa ben sperare anche il presidente ucraino che afferma: “Supereremo tutto” con la voce emozionata di chi è sceso in campo a difendere la propria nazione senza timore, di chi sente il dovere di infondere fiducia e coraggio ad andare avanti affinché la normalità sia riconquistata. Ma prima di arrivare a ciò bisogna sopportare molto dolore.






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