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  • mariafesta04

"Liberata" dopo 1000 giorni di prigionia e torture

Loujain Al Hathloul, la coraggiosa attivista saudita che da sempre si batte per l’affermazione dei diritti delle donne e per l’emancipazione femminile nel suo paese, è stata scarcerata dopo 1000 giorni di prigionia. Era stata arrestata il 17 maggio del 2018 insieme ad altri 16 attivisti, mentre guidava da Dubai ad Abu Dhabi. Bendata e condotta su un aereo, la allora ventinovenne è stata processata e condannata a cinque anni e otto mesi di detenzione per spionaggio e cospirazione contro il Paese con l’assistenza di organizzazioni terroristiche allo scopo di attaccare il regime e sovvertire le tradizioni nazionali e religiose.


Parte della pena è stata sospesa, con un anticipo sul rilascio di due anni e dieci mesi, anche grazie alle insistenti pressioni internazionali provenienti in primo luogo dal nuovo presidente americano Joe Biden, che si è rivelato fermo e disposto a intervenire contro lo stato saudita. Rilevante anche la petizione aperta da Amnesty International che ha raggiunto 52.050 firme.

Nonostante questa concessione la causa non può ancora essere dichiarata vinta. La corte d’appello continua a negare le accuse di tortura mosse da Al Hathloul che ha dichiarato di aver subito, durante la carcerazione, violenze, fustigazioni, scariche elettriche, abusi sessuali e waterboarding, nonché violazioni dei propri diritti umani, le è stato persino impedito di vedere i suoi familiari. Per denunciare e protestare contro queste azioni disumane l’ottobre scorso la ragazza aveva iniziato uno sciopero della fame a cui ha messo fine per la tortura della privazione del sonno. Inoltre la femminista saudita non può nemmeno tuttora essere definita libera, infatti è costretta ad alcune restrizioni, tra cui la libertà vigilata per tre anni e il divieto di uscire dal Paese fino al 2025.

Attualmente l’Arabia Saudita sta dimostrando di muoversi in due direzioni opposte: oltre a queste repressioni, infatti, lo stato sta avanzando nelle leggi a favore delle donne che, proprio grazie a questi atti di ribellione e protesta, hanno già ottenuto il diritto di guida, tanto importante per Loujain. Inoltre ci si sta muovendo verso l’abolizione del tutoraggio maschile.

Loujain Al Hathloul è esempio, purtroppo, di un fenomeno che non è unico né isolato. La sua vicenda non è ancora conclusa, come non lo è la forse infinita lotta per i diritti delle donne.


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