Le donne transgender devono rimanere a combattere

Bloccate al confine centinaia di donne transgender per via dei passaporti con nominativo maschile

Moltissime donne ucraine transgender, nonostante abbiano fatto il cambio di sesso, sono dovute rimanere in Ucraina a combattere nel paese invaso dalle bombe, per via dei loro passaporti con nominativi al maschile. In Ucraina, infatti, il cambio di genere e di nome richiede molto tempo, di più rispetto ad altri paesi come l'Italia, per via di varie analisi e valutazioni psichiatriche obbligatorie. Questo induce molte donne a non cambiare i dati su passaporti e carte d'identità. Molte associazioni ucraine hanno stimato che la maggior parte di donne transgender è arrivata a confine e sta cercando di scappare, ma il 90% di queste è costretta a tornare indietro a difesa della propria patria. La legge obbliga tutte le persone che hanno la scritta maschio sul passaporto dai 18 ai 60 anni a dover rimanere in Ucraina. Questo è successo a molte donne come Zi Faamelu che in più interviste ha detto che l'Ucraina non è un buon paese per la comunità arcobaleno. Anche Valeria Kolosova, ragazza di 24 anni che doveva scappare in Polonia e che è dovuta rimanere a Leopoli per via della legge marziale, nella sua ultima intervista ha dichiarato che non riuscirà mai a vedere un futuro per se stessa a Kiev o in qualsiasi altra città ucraina. Il problema, però, non è solo l'Ucraina, anche in Polonia dove ormai sono arrivati più di 2 milioni di ucraini. L'omofobia esiste ancora e per questo molte associazioni si sono date da fare per mettere al sicuro i rifugiati ucraini e tenere lontane molte persone transgender da probabili discriminazioni. Julia Maciocha, un'attivista del Warsaw Pride in Polonia, porta speranza e assicura che presto molti rifugiati si sposteranno verso l'Europa occidentale dove le leggi sono meno severe e più amichevoli.