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La speranza sopravvive anche in guerra: i bambini ritrovati

L'appello del soldato americano, ormai 96enne, è stato rilanciato dallo scrittore Matteo Incerti. Grazie al passaparola e ai social, in tre giorni sono stati rintracciati i tre bambini della foto fatta insieme al soldato Martin Adler nel 1944. Oggi quei bambini della foto hanno 79, 81, e 83 anni.




Ma raccontiamo la storia di questa foto: il soldato Martin, originario del Bronx, città di New York, era impegnato con l'esercito americano a liberare l'Italia dai Nazifascisti. Nel settembre del 1944 Martin si trovava sulla linea Gotica con la sua unità, la 85th Infantry Division Custermen, che era, appunto, impegnata a liberare i paesi dell'Appennino Tosco-Emiliano. Entrò in uno di questi paesini insieme a un altro soldato John Bronsky. I due videro uno scenario silenzioso e deserto. Non sapevano cosa aspettarsi dai Tedeschi che potevano benissimo fare un'imboscata. Entrarono in una casa dove trovarono una cesta di legno da cui provenivano strani rumori. Puntarono subito le armi verso quella cesta. Subito dopo sentirono l'urlo di una donna che chiamava i propri bambini che all'improvviso sbucarono fuori dal loro nascondiglio. Martin racconta che lui e il suo compagno furono molto sollevati di non aver ucciso dei bambini innocenti anche perché non se lo sarebbero mai perdonato e dice anche che in quel periodo quello è stato il momento più bello. Allora i due soldati chiesero alla mamma di fare una foto insieme ai bambini per immortalare quel momento bello e felice. Da tanto tempo non provavano sentimenti di gioia a causa della guerra. La mamma portò i bambini a casa e li preparò per la foto, come se dovessero partecipare ad un grande evento.

Torniamo a oggi: ormai i bambini sono cresciuti e finalmente hanno una identità per Martin che ha sempre pensato a loro, ma non sapeva chi fossero. Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, questi i loro nomi, si sono incontrati con il soldato che li ha salvati tramite video chiamata. Martin, il soldato, spera di riabbracciarli in futuro perché ora è impossibile a causa del Covid-19.


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