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La regina delle capre felici

Agitu Ideo Gudeta era una giovane donna rifugiata, scappata dal suo paese d'origine, l'Etiopia, all'età di 18 anni per una ingiusta condanna; infatti era contro il "land grabbind", ovvero l'acquisto di terreni da parte di multinazionali a discapito della popolazione locale, e per questo considerata scomoda per il governo. Arrivata in Trentino, più precisamente in Valle di Gresta, aveva messo su un progetto per salvaguardare la capra mochena, specie in via di estinzione. Da subito il programma fece faville, era conosciuta come "la regina delle capre felici". Col tempo aveva creato un grande allevamento con vendita di prodotti caseari annessi, tutti a vendita diretta. Il suo non era solo un lavoro ma amore verso quelle piccole caprette che accudiva ogni mattina e verso il territorio in cui viveva. “La produzione massiccia del cibo lo rende non sostenibile e questo va contro la mia filosofia di vita. Anche la scelta di non vendere ai negozi è fatta per legare a noi il consumatore. Per questo proponiamo anche giornate al pascolo per famiglie: è un modo per conoscersi, per scoprire la mungitura e la produzione del formaggio, fidelizzando il legame e inculcando nelle nuove generazioni la cultura che lega produttore, consumatore e territorio” - raccontava. La scorsa estate le era stata consegnata la bandiera verde da Legambiente per le buone pratiche ambientali che stava svolgendo.

La sua vita non è stata di sicuro semplice: oltre a dover scappare dal suo paese e costruire qui un'altra vita, è stata anche vittima di discriminazioni razziali e stalking. "Questo non è il tuo posto, brutta negra, torna al tuo paese" - le era stato detto con odio. Nel 2018 fu aggredita da un uomo del posto, che fu condannato dal Tribunale a 9 mesi di reclusione.

Ideo Gudeta cercava di reagire ogni volta con positività e con il suo fantastico sorriso: “Buon Natale a te che vieni dal sud, Buon Natale a te che vieni dal nord, Buon Natale a te che vieni dal mare, Buon Natale per una nuova visione e consapevolezza nei nostri cuori” ha scritto su Facebook pochi giorni fa. Dopo tanti sacrifici aveva finalmente realizzato il suo sogno che offriva anche ad altre persone una possibilità di lavoro, era fiera del suo progetto.

La vita le è stata strappata all'età di soli 42 anni, la notte del 29 dicembre 2020, dal custode dell'azienda a cui aveva dato un lavoro ed una casa. Vi era stato un mancato pagamento e così l'uomo si era intrufolato nella camera della donna dove l' ha colpita con un martello 4 o 5 volte e, una volta a terra, l'ha violentata.

Agitu Ideo Gudeta era e sarà sempre considerata un simbolo di autonomia e integrazione femminile.







Un'etiope in Trentino






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