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chiaraalfano

La "pietra miliare" dell'U.E. e la sua lunga "marcia"

Alle ore 16 del 9 maggio 1950 il ministro degli esteri francese Robert Schumann pronuncia il discorso che dà vita all'U.E.


All'indomani del conflitto mondiale, Robert Schumann evidenzia la necessità di ricostruire l'Europa, superando le rivalità tra Germania e Francia e creando un "ponte" di solidarietà dal quale rilanciare la ricostruzione degli Stati dell'Europa, per portare poi aiuto all'Africa ed ai continenti "sottosviluppati". Egli mostra nel suo discorso la consapevolezza che la pace e l'equilibrio fra le Nazioni e, in primis, tra la Germania e la Francia porteranno sicuramente alla prosperità il Vecchio Continente. L'Europa esce, infatti, dal secondo conflitto mondiale e l'epoca della guerra fredda si avvicina, pertanto si sente stringente il bisogno di pace e serenità, condizioni necessarie per lo sviluppo economico.

Da questo "spirito" nasce nell'aprile del 1951 la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio, un trattato tra sei Stati, Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Repubblica federale tedesca e Lussemburgo, per adottare una politica economica comune rispetto a due risorse di base: carbone e acciaio. Il 25 marzo 1957 gli stessi Stati firmano due nuovi trattati, dando vita alla Comunità Europea dell'Energia Atomica (Euroatom) e alla Comunità Economica Economica Europea (Cee), l'una per promuovere l'uso dell'energia nucleare per scopi pacifici e l'altra per creare un Mercato Comune europeo (Mec) e per favorire non solo la libera circolazione di capitali, ma anche la ripresa di aree depresse. Questi tre organi vengono unificati nel 1967. Fino a questa data l'Europa sembra essere cresciuta, come sostengono molti critici, in base ad un progetto burocratico e tecnico e poco o per niente politico, cioè senza un progetto ideale e culturale capace di suscitare un sentimento di appartenenza. Intanto, il 10 giugno 1979 nasce il Parlamento europeo, la prima assemblea sovranazionale, che permette di andare oltre il vecchio Stato nazionale chiuso in sé.

A Schengen il 14 giugno 1985 viene firmato un accordo, detto appunto Accordo di Schengen, che istituisce un gruppo di lavoro denominato "Laboratorio di Schengen" e che porta avanti il progetto di una graduale rimozione delle frontiere comunitarie interne. L'accordo definisce, tra l'altro, la regola per l'accesso dei cittadini provenienti dai paesi esterni all'U.E. e i contenuti dell'accordo vengono ripresi e approfonditi nel Trattato di Maastricht nel 1992. Questo trattato si fonda sui tre pilastri seguenti: le politiche comuni (agricoltura, ambiente, moneta, politiche, ecc...), la politica estera e la sicurezza comune, la cooperazione giudiziaria e la politica in materia penale.

La decisione più significativa e visibile, fra quelle assunte nella cittadina olandese di Maastricht, è l'impegno a realizzare entro il 1999 il progetto di una moneta comune e di una Banca Centrale Europea. Sono questi gli anni in cui l'Europa muta fisionomia.

Si ha, infatti la fine del bipolarismo e si prevede l'allargamento dell'U.E verso i Paesi dell'Est. Si sente, in questa fase, la necessità di rinsaldare le tradizionali strutture dell'U.E. e dei suoi principi fondamentali. Anche per questo nel 1995 nasce la Convenzione di Strasburgo, con la quale l'U.E. approva un progetto di integrazione multiculturale che vede l'immigrazione non come "problema" ma come "ricchezza", "risorsa" di civiltà per U.E. E' un traguardo importantissimo per la difesa dei diritti e la valorizzazione della diversità.

Il sogno dell'E.U. oggi non sembra essere condiviso da tutti, pensiamo, per esempio, alla Brexit, alle polemiche di parti politiche che vogliono gli stati fuori dall'U.E. e a sentimenti xenofobi. Eppure, oggi più che mai, in piena crisi economica i fondi dell'Unione Europea permettono di progettare e realizzare piani di aiuto economico e di ripresa per i settori dell'economia depressi e finanziamenti anche alla scuola. In piena pandemia i malati sono stati trasportati da uno stato all'altro, si è progettata la distribuzione di vaccini tra gli stati dell'U.E. e tutti hanno capito che da soli si è fragili, mentre insieme si possono superare ostacoli e, perfino, pandemie.

Le parole di Schumann così come lo spirito di unità solidarietà risultano, pertanto, ancora validi. Dunque, ricordiamo che possiamo viaggiare e studiare in Europa , sentendoci a casa nostra, abbiamo conquistato diritti che non sono rispettati in altre parti del mondo e ciò proprio grazie al sogno europeo ed a coloro i quali hanno lavorato duramente per la costruzione dell'U.E.. In questo periodo buio i principi che hanno animato i padri fondatori dell'U.E. vanno difesi con forza e ripresi per continuare a lottare per l'affermazione degli ideali di giustizia, uguaglianza, libertà, rispetto degli altri e collaborazione tra Stati.



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