La notte che il Friuli andò giù...
Orcolat: il terremoto che il 6 maggio del 1976 causò la morte di quasi tremila persone
di Giulia Bonvicino e Giorgia Scaglione
Sono passati ormai 45 anni dalla tremenda scossa che il 6 maggio del 1976 colpì il territorio del Friuli. Il sisma di magnitudo 6.5 portò gravissimi danni alla zona colpita. l danni furono particolarmente incisivi per le costruzioni non pronte ad affrontare tale sisma e con poca stabilità.
Alle 21, in una giornata più calda delle altre, la terra iniziò a tremare creando caos e disperazione. Solo la mattina seguente si riuscirono a capire i danni effettivi del sisma: ammassi di macerie, automobili distrutte, paura per quelle poche strade ancora intatte.
Gruppi di volontari si unirono al corpo dei vigili del fuoco per tentare di salvare gli abitanti ed il patrimonio artistico del Friuli. Lavorarono fianco a fianco in una corsa contro il tempo per cercare di estrarre i superstiti dalle macerie. I sopravvissuti trovarono rifugio in centinaia di tendopoli e ospedali da campo. Insorsero problemi legati alle forti piogge e al rischio di epidemie e contagi. Anche a costo di farlo da soli fu forte la volontà di ricostruire quanto stato distrutto. Altre violenti scosse resero inutile il lavoro svolto in quei pochi mesi. L’ospedale di Gemona del Friuli, lesionato irreparabilmente, fu fatto crollare dai reparti del genio. L’avvicinarsi dell’inverno costrinse circa quattromila sfollati a lasciare i propri paesi per trasferirsi nella località della costa. I giorni del terremoto terminarono in primavera quando avvenne la ripresa del lavoro nelle aziende.
Lo Stato diede autonomia alla regione e la regione ai sindaci dei comuni terremotati, questa scelta politica si rivelò vincente ed è stata definita “Modello Friuli”. Furono ricostruiti oltre mille edifici storici secondo il procedimento dell’anastilosi: raccogliere ogni pietra, numerarla e ricollocarla al suo posto. Il Friuli ringrazia e non dimentica...
Comments