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La Finlandia e il "paese delle meraviglie"

Il 20 marzo si festeggia la Giornata internazionale della felicità e, secondo ricerche del Word Happiness Report di quest'anno, la Finlandia è il paese più felice del mondo. Seguono Danimarca, Norvegia, Islanda, Svezia e Canada. Questo dato, nell'anno della pandemia legata al coronavirus che ha invaso il mondo, fa particolarmente riflettere e sembra dipendere dalla "fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità". Quindi, i finlandesi, durante questa tragedia mondiale, si sono sentiti protetti ed hanno ben riposto la loro fiducia, secondo loro, nelle istituzioni, rispondendo e reagendo con ottimismo e forza all'epidemia.

Certo, la Finlandia è la terra delle distese verdi di boschi, dei paesaggi bellissimi, ma in passato era anche il paese con il più elevato numero di suicidi, forse, legati anche al "buio" in cui durante l'inverno sono immersi questi paesi del Nord Europa e che non giova allo stato d'animo delle persone. La Finlandia, insieme agli altri paesi scandinavi e dell'Europa settentrionale, è anche lo stato in cui gli asili nido e le scuole funzionano bene, il che, oltre a garantire un'ottima istruzione a tutti gli studenti, aiuta i genitori, le donne e le madri a gestire e coniugare il lavoro e la famiglia, la maternità con la carriera lavorativa. Forse, in Finlandia le donne al governo sono più numerose e capaci di cogliere i bisogni delle altre donne a differenza dell'Italia in cui il

sesso femminile ha dovuto pagare il prezzo più alto di questa pandemia, poiché spesso proprio le donne sono state costrette a lasciare il lavoro o lo hanno perso per dedicarsi ai figli piccoli a casa in DaD, senza l'aiuto dei nonni, la categoria "fragile" da isolare e proteggere dal mondo esterno e dal virus letale. Eppure, l'Italia - sempre secondo questa ricerca - è risalita dal 28° al 25° posto della classifica dei paesi più felici. E' interessante anche questo dato dal momento che il nostro paese è stato flagellato dalla pandemia più di altri stati europei. E allora, forse, la pandemia ci ha insegnato ad essere più "resilienti", a lottare insieme agli altri ed a stringerci in un rapporto di solidarietà con le altre persone. Pensiamo al primo lockdown, ai tempi in cui si cantava "Bella ciao" dalle finestre, dai balconi ed in cui tutta l'Europa ci esortava a dire "Andrà tutto bene", mostrandoci grande solidarietà.

Come dichiara anche "Jeffrey D.Sachs, presidente di "United Nations Sustainable Developement Solution Network", l'ente che pubblica il report ogni anno da ben nove anni, "la pandemia ci ricorda tutte le minacce ambientali che ci affliggono... l'urgente necessità di collaborare...". Collaborazione, solidarietà sono parole importantissime, ma anche concetti fondamentali per vivere felici e per capire che si vive felici se si sta tutti bene in ogni singolo stato e, globalmente, nel mondo.

Bisogna lavorare tutti insieme affinché ciò accada, tenendo presente come correlato alla felicità e al benessere della società e dell'individuo sia lo sviluppo sostenibile. Tutto in futuro dovrà far riferimento ad esso, poiché dall'attenzione dell'ambiente deriverà la qualità della vita dell'uomo sulla terra. Infine, in futuro si dovrà puntare per tutti su forme di lavoro che possano conciliare vita personale e vita lavorativa; a spingerci a riflettere su questo punto hanno contribuito anche la pandemia e lo smartworking. Sarà, quindi, necessario per essere felici ricercare un equilibrio tra lavoro in presenza, che favorisce anche le

le relazioni sociali, e lavoro da remoto, che permette di coltivare anche po' di più la sfera personale e privata. Insomma, la pandemia se da un lato ha contribuito all'aumento, in certi casi, di molte forme di malattie mentali e depressione, dall'altro ci ha ricordato che è importante tanto vivere a lungo quanto vivere bene ed essere felici e ciò è possibile se si vive entrando in "empatia" e mostrando solidarietà con gli altri, come ha fatto sicuramente la Finlandia, modello di civiltà. Speriamo che anche noi, prendendo coscienza che tanti sono in difficoltà, che la pandemia esiste, miete vittime, arreca danni fisici, economici, sociali, potremo uscire da questo "tunnel buio" rispettando le regole, aiutandoci, stringendoci tra noi e fidandoci della forza delle istituzioni e della democrazia.

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