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L’incredibile morte di Alfredo Rampi

In questo giorno, quaranta anni fa, ci fu un evento che colpì l'Italia intera: la morte di Alfredo Rampi


Il 10 Giugno 1981, in una cittadina che collega Roma Sud a Frascati Nord, avvenne la morte di un bambino di 6 anni di nome Alfredo Rampi, detto anche Alfredino. L’inimmaginabile evento accadde durante una vacanza estiva nella seconda casa della famiglia. In quel maledetto mercoledì sera il piccolo Alfredino chiese al padre se potesse continuare l’ultimo tratto del suo tragitto verso casa da solo ed il padre acconsentì.

Dopo circa un’ora i genitori iniziarono a spazientirsi per il suo mancato arrivo ed iniziarono a cercarlo. La prima persona ad intuire che il piccolo bambino di Roma potesse trovarsi all’interno di un pozzo fu la nonna, che chiese velocemente alle forze dell’ordine di controllare se la sua idea fosse possibile. All’inizio questa ipotesi fu scartata poiché il pozzo era coperto da una lamiera tenuta ferma da dei sassi, ma subito dopo il proprietario del terreno ricordò che questa lamiera era stata bloccata da lui alle ore 21:00. Tolta la lamiera, i vigili urbani riuscirono a percepire i lamenti del bambino.

Da quel momento accadde un avvenimento che avrebbe cambiato per sempre la comunicazione televisiva: prima di quel pomeriggio la televisione italiana non si era mai confrontata in diretta con il dolore, i giornalisti italiani avevano una forma di pudore che non consentiva loro di mostrare in diretta avvenimenti dolorosi. Invece un giornalista del Tg2 intercettò una notizia che lasciava intendere un problema dalle parti di Frascati, si recò nella zona l’11 giugno. Da quel giorno fu coniata la dicitura di “circo mediatico” per rappresentare la cosiddetta tivù "verità": il capo dei Vigili del Fuoco affermò in maniera sicura che tutto si sarebbe risolto bene. A quel punto i TG si presentarono lì per poter filmare in diretta il lieto fine.

Andò completamente in maniera opposta. Era ormai chiaro che sarebbe stata una fine tremenda, la folla accorse, con la confusione che ne conseguì, ostacolò ulteriormente le confusissime operazioni di soccorso. Non c'era ancora la Protezione Civile che nacque proprio dopo questa tragedia su idea di Pertini.

Dopo due giorni di ricerca e tentativi, cominciarono a scendere giù soccorritori, speleologi e volontari. Le provarono di tutte. Un soccorritore riuscì a raggiungere Alfredino, ci parlò da vicino, ma non riuscì a tirarlo su e nello stringerlo per salvarlo gli ruppe il polso sinistro. Alle 9:00 del 13 giugno lo stetoscopio rivelò che non c'era più battito cardiaco.

Come ha detto un giornalista “fu una casualità terrificante che svelò un paese non ancora pronto per una simile tragedia. Non era pronto nei soccorsi, non era pronto nella comunicazione”. Da allora la giostra mediatica e la televisione del dolore sarebbero entrate per sempre nelle nostre case.


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