Importante ritrovamento in Alaska
Fa sempre un certo effetto leggere di scoperte che sembrano riscrivere la storia. In questa chiave devono essere letti i recenti ritrovamenti, da parte di esperti archeologi, di perle preziose in Alaska che, non potendo in alcun modo essere considerate “native” di quei luoghi, necessariamente devono essere state portate in quei posti in una forbice temporale collocata tra il 1440 e il 1480 e quindi ben prima della “scoperta dell’America” di Cristoforo Colombo collocata come è noto dagli storici nel 1492.
Fa sempre un certo effetto perché ognuno di noi, nella sua formazione, individua dei punti fermi di orientamento della propria vita e in questo caso dei propri studi. La religione, ad esempio, aiuta molto a superare la paura dell’ignoto ed ogni teoria scientifica diretta a spiegare Dio ci spaventa. La storia, invece, permette di capire la concatenazione degli eventi, il loro susseguirsi conseguenziale in grado di formare la nostra memoria e farvi ricorso per imparare ed apprendere da ciò che era successo ciò che deve essere fatto.
Per noi studenti la scoperta dell’America è qualcosa di romantico affidato alle tre caravelle e a Cristoforo Colombo, partito da Genova pieno di speranze ed in grado di regalarci il “nuovo mondo”. E fa effetto pensare che Cristoforo Colombo forse non ha affatto “scoperto” l’America, ma semplicemente è il primo ad aver rivelato al mondo conosciuto di esserci arrivato. Probabilmente è il primo ad esserci arrivato da occidente mentre il mercante che deve aver smarrito le perle ha raggiunto il Nuovo Mondo dalla via della Seta e quindi da oriente.
Ciò che resta di questa notizia, che tutto sommato poco cambia nella nostra vita quotidiana mentre molto influisce negli studi degli storici e degli archeologi, è che ogni approccio allo studio, alle teorie contenute nei nostri libri di storia, di letteratura, persino di scienze deve sempre essere animato da curiosità e da spirito critico e il nostro animo sempre rivolto alla ricerca e all’approfondimento.
Non esistono dogmi nel nostro mondo. Il mondo è costruito dagli esseri umani e gli esseri umani sono fallibili. Il mondo, quindi, è fallibile e così le notizie sulla sua genesi, sul suo sviluppo e sulle cause di tutti gli eventi. Anche ciò che era certo e che era entrato anche nei nostri proverbi, - “Hai fatto la scoperta dell’America” dice spesso mia nonna- ora non lo è più. E chissà quante cose con lo sviluppo delle tecnologie, con l’affinamento degli studi, con la capacità di maggiore approfondimento dovranno cambiare.
Ed allora noi, nuove generazioni, dobbiamo essere vigili e dotati sempre di spirito critico in modo, da un lato, da evitare massificazioni ignoranti e, dall’altro, da scongiurare pericolosi e infondati revisionismi. La storia insegna sempre, anche quando si rianalizza e si riscrive. E indipendentemente da date e tempi i valori li porta sempre con sé e non smette mai di comunicarli e di insegnarli. Sta a noi essere pronti a farli nostri e tramandarli per il futuro.
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