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andreasavarese

Immenso capitano!

Davide Astori, come molti di noi sanno, era un calciatore italiano dell’AC Fiorentina, morto improvvisamente nella notte del 4 marzo 2018. Davide, nato il 7 gennaio 1987 a San Giovanni di Bianco, cresce a San Pellegrino Terme dove comincia a dare i primi calci al pallone. Viene preso nella squadra Ponte San Pietro, team affiliato al Milan. Dopo essere stato notato, viene integrato nella primavera del Milan, dove rimane fino al 2005-2006. Nella stagione del 2006-2007 viene ceduto al Pizzighettone dove scende in campo per 27 volte, segnando la sua prima rete tra i professionisti. Nel 2008 torna a Milano dove viene nuovamente mandato in prestito alla Cremonese, squadra militante della Serie C1. Nello stesso anno, nel periodo estivo, Davide è acquistato dal Cagliari per 1.200.000 euro. Astori, con la maglia sarda, esordisce per la prima volta in Serie A, massimo campionato italiano. Nel 2009 Cagliari e Milan rinnovano la loro comproprietà del giocatore e nel 2010 il Cagliari, con un comunicato, annuncia il rinnovo di Davide.

Passa il tempo e Davide viene acquisito a titolo definitivo dal Cagliari, che riesce a pagare l’intero cartellino. Nel 2011-2012 a causa di un brutto infortunio al perone è costretto a stare lontano dal campo di gioco per tre mesi. Quando rientra, non riesce a ripetersi ai livelli precedenti, affrontando un periodo duro della sua carriera. Nel 2014 la Roma prende in prestito Davide, che segnerà anche il suo primo e unico gol in Champions League. Dopo una stagione con i giallorossi ritorna al Cagliari, quando, nell’agosto 2015, viene prelevato dalla Fiorentina. Dopo due stagioni disputate a ottimi livelli, nella stagione 2017-2018 viene nominato capitano della squadra. Da subito entra nel cuore dei fiorentini che dimostrano più volte la loro gratitudine al loro leader.

Davide era descritto come un ragazzo tranquillo e perbene, molto disponibile e con un gran cuore. Aveva una compagna, la modella Francesca Fioretti, e anche una bambina, Vittoria. Tutto procedeva a gonfie vele, poi il panico… Si doveva disputare la ventisettesima giornata di campionato e la Fiorentina è partita: direzione Udine, per affrontare il match contro la squadra friulana. La mattina della partita tutti si presentano a tavola per la colazione, tutti eccetto Davide… Il tempo scorreva e dopo un po’ i suoi compagni si preoccuparono per quel ritardo, assolutamente inconsueto per il loro preciso capitano. Entrarono nella stanza e trovarono Davide ancora a letto, privo di vita. Chiamarono immediatamente l’ambulanza che arrivò, in breve tempo, ma invano: il malvagio destino di Davide era compiuto! Dall’autopsia venne fuori che Davide era morto per arresto cardiaco improvviso seguito a fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena.

Per solidarietà, quella giornata di campionato fu sospesa, tutto il calcio italiano era sconvolto e a lutto si stringeva ai suoi cari…La commozione era generale, Firenze era immersa nella tristezza, nel dolore, come tutti i suoi compagni, colleghi, amici e come detto, soprattutto, i parenti. E’ stato uno shock, però, alla fine, a differenza di quanto noi pensiamo, anche i giocatori, gli attori, i cantanti, i conduttori, muoiono, non sono alieni, sono persone come noi e come noi destinati ad andar via! Noi siamo abituati a vederli sempre sereni, contenti, ignorando il fatto che anche loro hanno una vita privata, una famiglia e possono morire. La nostra reazione è di sconvolta sorpresa, la notizia della morte di Davide ha fatto scalpore solo perché era un calciatore.

Personalmente, sono il primo a essere dispiaciuto, in quanto appassionato di calcio e vedere un giocatore, giovane, scomparire in questo modo e precocemente fa male, molto male, però dobbiamo pensare che come Davide, ogni giorno, muoiono anche tanti bambini, altri giovani, donne, uomini che sono figli, fratelli, mogli, mariti, nonni di qualcuno, che magari avevano una vita complessa e meno agiata. La loro morte non fa notizia perché non sono personaggi famosi, di conseguenza non fa lo stesso effetto quasi che la morte delle persone famose sia più dolorosa. Tutti siamo umani, legati dallo stesso ciclo vitale che inizia e finisce, indifferentemente dal mestiere o dagli obiettivi raggiunti, ma ognuno di noi deve essere ricordato. Ancora oggi vive in ogni appassionato di calcio il ricordo del nostro Astori che da quasi tre anni ci ha lasciato e che continuiamo a portare sempre con noi… Per sempre tra noi, immenso capitano! DA13!!



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