Il mondo delle zebre
Sapete perché le zebre hanno le strisce? Scopriamolo insieme!
Le zebre sono degli equini africani grandi come un pony. Si dividono in tre gruppi principali: le zebre delle pianure (Equus quagga burchelli), estinte nel 19° secolo, le zebre Grévy (Equus grevyi), in via d'estinzione e le zebre di montagna (Equus zebra), vulnerabili. Le zebre insieme ai cavalli e agli asini fanno parte del genere Equus e sono gli unici tre esseri viventi della famiglia Equidae.
Le zebre, come tutti gli equini, hanno facce allungate, corpi a petto a botte, code trapuntate e una criniera eretta. Gli occhi delle zebre sono collocati ai lati, ciò consente di avere una visuale più ampia per avvistare eventuali pericoli, infatti con la loro vista eccellente sono le sentinelle della savana, poiché, quando gli altri animali vedono un branco di zebre correre nella stessa direzione, capiscono che c'è un pericolo e si aggregano alla mandria. Sono animali erbivori con un olfatto molto sviluppato e i loro arti anteriori sono più lunghi rispetto a quelli posteriori. Una caratteristica delle zebre molto evidente è il loro manto zebrato a linee bianche e nere, unico in ogni esemplare come le nostre impronte digitali. Ma perché le zebre si sono evolute in questo modo così stravagante, non sono una facile preda?
Iniziamo, dicendo che le zebre nascono con le strisce bianche e marroni, che poi si scuriscono nel tempo. Inoltre, alcuni esemplari possono avere più strisce agli zoccoli e meno sul dorso o, in rari casi, possiamo trovare degli esemplari albini. Per quanto riguarda la funzione delle strisce nelle zebre, ci sono diverse teorie discusse tra i biologi dal 19° secolo in poi. Si potrebbe pensare che le strisce servano a mimetizzarsi e a sfuggire ai predatori, ma in realtà, come dimostrano anche molte teorie, le strisce bianche e nere vengono utilizzate dalle zebre per confondere il nemico. Infatti, quando i singoli esemplari di un branco si dividono, le linee creano da lontano un'illusione ottica che rende più difficile la caccia a un leone o una iena. Ancora, le zebre sono animali che vivono in branco e si spostano in fila indiana, ciò le fa sembrare un unico animale, spaventando così eventuali predatori, o confondendo i predatori daltonici, come i leoni, che le scambiano per fili d'erba.
Sono mammiferi che dormono in piedi, disposte, generalmente a U, una accanto all'altra, guardando nella posizione opposta, così da avvisare il proprio gruppo di un possibile predatore.
I branchi delle zebre sono formati di uno stallone, cinque femmine e i loro puledri. La femmina è fedele per tutta la vita a un solo maschio e gli esemplari maschi competono per le femmine e non per il territorio. I cuccioli, quando nascono, vengono allontanati da tutti gli esemplari del gruppo, fino a quando i piccoli non in grado di riconoscere l'odore, la voce e la figura della mamma. Le famiglie di zebre formano branchi di decine di migliaia di esemplari e sono loro che guidano la Grande Migrazione attraverso il Serengeti.
Come tutti gli animali della savana, le zebre sono esposte a una minaccia a cui, purtroppo, non possono sfuggire: i bracconieri, che vogliono la loro carne e il loro splendido manto, una caratteristica, questa che fa di esse un trofeo molto ambito. Negli anni sono state molte le zebre uccise, ma, per fortuna, sono state create molte aree protette, dove questi magnifici animali possono vivere in tranquillità, senza doversi preoccupare dell'uomo e del bracconaggio. Per molti anni vi è stata la vendita delle pelli di animali e, molte volte, gli abiti e le borse venivano creati con pelli di zebre cacciate illegalmente solo per soddisfare l'ego umano. Ora anche gli stilisti stanno cercando di realizzare vestiti ecologici, ma ciò non è abbastanza, perché, se non rispettiamo tutti la flora e la fauna, si arriverà a un punto di non ritorno e, forse, solo in quel momento capiremo che l'uomo è la causa della sua estinzione e di quella di molte altre specie viventi.
Dunque, l'uomo deve cambiare il suo modo di vivere e di concepire l'esistenza, imparando ad ammirare la natura e non a possederla avidamente!
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