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Il grande scrittore che credeva nei piccini

Oggi 14 aprile è il 41° anniversario della morte del celebre scrittore Gianni Rodari. Nato il 23 ottobre del 1920 ad Omegna fu uno scrittore, un pedagogista, un giornalista, un poeta e un partigiano italiano. Nel 1943 si inscrisse al Partito Comunista italiano di cui successivamente diventò funzionario. Negli anni seguenti si dedicò al giornalismo e iniziò a pubblicare le prime filastrocche per bambini, verso i quali nutriva un bene gigantesco.

Nel libro "Grammatica della Fantasia" Rodari esprime la sua teoria: l'immaginazione è fondamentale per educare i bambini, crede infatti che saranno capaci di migliorare il mondo solo se saranno capaci di fantasticare, di sognare, di immaginare. I suoi romanzi sono colmi di grandi significati e collegati alla realtà molto più di quanto ci si immagina; era convinto che fosse, infatti, necessario parlare ai bambini di tutto fin da piccoli solo con parole semplici e divertenti in modo da far comprendere al meglio.

Dopo gli innumerevoli successi letterari, nel 1970 vinse il premio Andersen. Rodari iniziò a viaggiare per presentare i suoi libri in varie parti del mondo e fece varie conferenze in molte scuole per condividere il suo pensiero con insegnanti, dirigenti e alunni. Il 10 aprile del 1980 fu ricoverato in una clinica per un intervento alla gamba sinistra, nella speranza di risolvere un' occlusione di una vena. Sfortunatamente quattro giorni dopo l'intervento, il 14 aprile, morì per un shock cardiogeno.







"Quanto pesa una lacrima? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra."


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