Il calcio è dei tifosi!
di Pasquale Di Stasi e Andrea Savarese
Gli ultimi giorni sono stati molto movimentati per il mondo dello sport: è stata lanciata un’innovazione nel calcio europeo, la Superlega. La bomba è arrivata intorno alla mezzanotte del 18 aprile con un annuncio del tutto inaspettato che ha scosso ogni appassionato: dodici dei top club europei erano intenzionati a fondare un nuovo campionato escludendo, quindi, gran parte delle restanti squadre. Il format prevedeva la seguente organizzazione: le dodici squadre fondatrici ovvero Inter, Real, Chelsea, Atletico, Totthenam, Liverpool, Arsenal, Juventus, Milan, Barcellona, Manchester United e Manchester City, oltre a affrontarsi tra di loro, ogni anno avrebbero invitato 5 squadre a loro scelta a partecipare alla Superlega. L’intento del nuovo progetto era quello di garantire ai tifosi del calcio spettacolo e divertimento che, in big match come questi, sarebbero stati assicurati.
L’annuncio ha subito scatenato la reazione da parte dei social e della Uefa. I tifosi, non solo delle dodici squadre, ma di tutta Europa, non hanno gradito quest’iniziativa, infatti immediati sono stati i commenti negativi su un'idea ritenuta uno scempio e la morte del football. Il disappunto non è stato espresso solo sui social come Instagram e Twitter, infatti molti tifosi delle squadre aderenti si sono riuniti davanti ai rispettivi stadi in segno di protesta. Il progetto Superlega si è scontrato, come già detto, con la più grande potenza del calcio europeo: la Uefa. In particolare il presidente Aleksander Ceferin ha accusato la lega di sottrarre al calcio una delle sue basi: la meritocrazia. Ha ribadito più volte che il calcio appartiene ai tifosi e che non è solo una questione di denaro e di interessi. Inoltre la Uefa, con l’appoggio della Fifa, ha minacciato i club partecipanti di escluderli dai propri campionati nazionali e di impedire ai giocatori delle squadre di partecipare alle sfide con la nazionale, ma non è finita qui; infatti, alcuni giocatori, tra cui campioni come Ozil, Henderson e Herrera, si sono mostrati in disaccordo con il progetto della Superlega.
I lunghi dibattiti su quest’argomento sono terminati molto presto, infatti, il 21 aprile, le dodici squadre, forse a causa delle asfissianti pressioni dei tifosi e del mondo esterno, man mano, una alla volta, hanno abbandonato il progetto. Così Andrea Agnelli, che era a capo dell'iniziativa, in una conferenza ha annunciato che l’idea non poteva andare avanti.
A parer nostro la Superlega era solo un progetto basato sul business dal quale avrebbero ottenuto vantaggi solo le squadre partecipanti. Infatti ogni team, solo per l’ingresso nella lega, incassava 490 milioni di euro. Siamo rimasti sdegnati dal fatto che i valori e l’essenza del calcio stiano svanendo sempre di più a causa di meri interessi economici. Siamo più che d’accordo, invece, che il calcio sia uno sport meritocratico e che appartenga ai tifosi. Pur essendo contro questo nuovo campionato e contenti che l’operazione sia fallita, però, dobbiamo comunque sottolineare che anche la Uefa negli ultimi anni ha combinato diverse scelleratezze e che non può uscirne come santa. La Uefa è stata protagonista di molte azioni illecite riguardanti soprattutto il fairplay finanziario: abbiamo visto come in sessioni di mercato come quella dell’estate 2017, dove il Psg ha speso più di 400 milioni di euro, si è disinteressata completamente di ogni questione. Una cosa è certa: si sta trasformando il calcio dallo sport più bello del mondo ad uno sport legato solamente ai soldi. Noi tifosi dobbiamo cercare di cambiare qualcosa. SALVIAMO IL CALCIO!
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